Mille firme sul tavolo del prefetto

In principio furono mugugni, poi organizzatisi in gruppi di protesta su Facebook. Dopo, i cittadini hanno pensato di costituirsi in associazioni, e hanno iniziato ad alzare la voce contro il Comune di Fiumicino «reo» a loro dire di sistemare strategicamente gli autovelox non con l'intento di aumentare la sicurezza stradale bensì con quello di gonfiare le casse comunali. Qualche testa calda arrivò persino a danneggiarne alcuni, a testimonianza che la temperatura tra la gente cominciava ad alzarsi. Ma il sindaco Canapini è andato avanti, senza confrontarsi con nessuno, sulla scorta dai dati che davano gli incidenti in diminuzione. Così la protesta «organizzata» - sempre tra l'indifferenza del Comune che non ha mai convocato i rappresentanti dei cittadini - è finita sul tavolo degli avvocati, che hanno cominciato a preparare una pioggia di ricorsi, per il Giudice di Pace e per il Prefetto. In preparazione ci sono ancora una denuncia dell'associazione di Torrimpietra, un ricorso al Tar e un esposto alla Procura di Civitavecchia. Sulla scia delle proteste è intervenuto anche il Codici, che a sua volta ha presentato un esposto. Insomma: barricate. Ma il primo atto formale siglato di proprio pugno dai cittadini è arrivato ieri mattina sul tavolo del Prefetto Pecoraro: oltre mille firme di residenti di Fiumicino e Ostia, raccolte dall'associazione Progetto Futuro nel giro di un paio di mesi. Una vera e propria «rivolta» di decine di padri e madri di famiglia che vedono i propri bilanci tartassati quotidianamente. «Ma quale obiettivo sicurezza - afferma Mario Russo D'Auria, presidente dell'associazione Progetto Futuro -. Se così fosse sarebbe più efficace non far correre le automobili su via della Scafa, tanto per fare un esempio, utilizzando i dossi che costringerebbero a diminuire la velocità. Invece no, meglio le multe». L'esposto al Prefetto ha un carattere formale, e pur se parte evidentemente da un disagio sociale ignorato dall'Amministrazione, mette in discussione le scelte del Comune scendendo sul terreno delle contestazioni legali. «La reale intenzione del Comune, che a parer nostro è quella di fare cassa - spiega ancora Russo D'Auria - è dimostrata da come vengono gestite le multe. Non arrivano subito, nell'arco di pochissimi giorni, cosa che dovrebbe essere se l'obiettivo fosse allertare chi corre e indurlo a non farlo più, ma ci mettono mesi, a volte andando anche oltre i 150 giorni di legge. Col risultato che chi corre continua a farlo. E poi ci dobbiamo intendere sul concetto di "correre"; qua le stangate le prende anche e soprattutto chi va dieci, sette o persino due chilometri appena oltre il minimo consentito». Ma non è l'unica cosa sulla quale i cittadini chiedono al Prefetto di controllare: «Ci sono diverse stranezze che abbiamo segnalato al Prefetto. Nei verbali ad esempio - prosegue Russo D'Auria - si afferma che l'accertamento delle multe è fatto al Comando di polizia municipale; vogliamo che sia accertata la veridicità di tale affermazione, visto che a noi risulta che tutto venga gestito dalla Fiumicino Tributi in altra sede. Non solo, ma il vigile accertatore descrive orari di accertamento che potrebbero - e diciamo potrebbero - non collimare con gli orari di servizio definiti al Comando. E ci sono diverse contestazioni "contemporanee". E allora come dovremmo considerare quei documenti? Falsi in atti pubblici?». Domande a cui solo il prefetto Pecoraro potrà dare una risposta.