Il museo delle polemiche
Il sottopasso da un chilometro e mezzo per eliminare il traffico sul lungotevere, nel tratto compreso tra l'Ara Pacis e il piazzale della Marina, trasformato in area pedonale, è l'ultimo capitolo delle vicende del monumento. Sul museo nato per proteggere l'altare fatto costruire dall'imperatore Augusto nel 13 a.C. per celebrare le vittorie in Spagna e Gallia, infatti, si sono più volte scatenate vivaci polemiche. OPERA REALIZZATA ENTRO IL 2013 - Voluto dall'ex sindaco, Walter Veltroni, è stato duramente criticato dall'attuale primo cittadino Gianni Alemanno fin dalla sua inaugurazione, nell'aprile 2006. Con l'abbattimento del muro, ha spiegato Alemanno questa mattina, il monumento godrà di una migliore integrazione con l'ambiente circostante e di una maggiore fruibilità da parte del pubblico. "Per me - ha spiegato - questo progetto è la soluzione alle polemiche del passato. Più volte ho detto che la scelta di collocare un'opera di Meier in questo contesto era sbagliata". Il sottopasso, ha annunciato, sarà realtà entro la fine del suo mandato, nel 2013, e prevede la realizzazione di un grande parcheggio sotterraneo. L'obiettivo è realizzarlo in project financing. Soddisfatto Meier, per il quale quella di abbattere il muro è un'idea "superba", a cui lui stesso non aveva pensato solo perché non immaginava si potesse dirottare tutto il traffico del lungotevere. STOP ARCHISTAR - Il progetto presentato dal Campidoglio ha raccolto le critiche di Italia Nostra che in una nota manifesta "delusione e contrarietà a questo rilancio del narcisismo e delle spese pazze inaugurato da Rutelli, ripreso da Veltroni e fatto proprio da Alemanno". Secondo l'associazione affidarsi alle archistar, "che hanno già prodotto gravi guasti nel centro storico", è un sintomo dei "complessi di inferiorità che portano a Roma guai e sola retorica". RETROMARCIA - Il consigliere comunale del Pd, Massimiliano Valeriani, si dice invece soddisfatto della ripresa del progetto. "Siamo davvero contenti che il sindaco abbia deciso di sposare il progetto della giunta Veltroni che solo la mancanza di fondi non ha permesso di portare avanti - ha fatto saper in una nota - Non ci stupisce che Alemanno, che all'inizio del suo mandato aveva fortemente criticato l'opera, ne abbia poi compreso l'utilità, effettuando così l'ennesima retromarcia".