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È l'ora di Alfredo Mantici.

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Ladiscesa in campo, anzi, la salita in Campidoglio dell'esperto di analisi del Sisde a metà gennaio era suonata come un passaggio di consegne tra il generale coi baffi e una sua vecchia conoscenza. Così non è stato, perché in quattro mesi il ruolo di Mantici all'interno del gabinetto del sindaco non è stato chiarito. Oggi Alemanno deve affidargli un incarico. E dove, se non nel dipartimento per le politiche della Sicurezza? Una possibilità che ha messo in preallarme gli uomini che lavorano negli uffici di via San Marco, a stretto contatto con Mori, e il delegato del sindaco alla Sicurezza Giorgio Ciardi che negli ultimi tempi sembra andare d'amore e d'accordo con l'ex prefetto. O è un colpo di fulmine o è un gioco di squadra. Più probabile la seconda opzione, soprattutto ora che la Sala crisi e il Sistema di sicurezza integrato (Sirs) voluti da Alemanno e avallati da Mori iniziano a dare discreti risultati. Progetti a cui il generale tiene molto e che i suoi "colonnelli" Mario Redditi, capo del Dipartimento, e Luciano Lorenzini, braccio esecutico, hanno realizzato. La squadra, insomma, funziona. E quindi non si cambia. Mori, in particolare, non avrebbe nessuna intenzione di ritrovarsi un Mantici al posto di Redditi, o addirittura sopra Redditi. Tra i due, ai tempi del Sisde, non correva buon sangue pur essendo dei parigrado. Per questo martedì Mori farà visita al sindaco, prima o dopo quella di Ciardi, spiegando come la pensa. Sulla scacchiera del Campidoglio, generali, colonnelli e delegati scelgono l'arrocco.

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