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Attacco all'alibi di Raniero Busco

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L'ex fidanzato di Simonetta Cesaroni, Raniero Busco

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Attacco all'alibi. Dopo sette udienze utilizzate dalla pubblica accusa per fare piazza pulita di molte ipotesi investigative «superflue», il pm Ilaria Calò lancia un affondo contro Raniero Busco. L'obiettivo è demolire l'alibi dell'imputato, sotto processo davanti alla III Corte d'Assise per l'omicidio di Simonetta Cesaroni. Le dichiarazioni dell'ex fidanzato della vittima, infatti, sono state smentite dai suoi amici; la portiera di via Poma quel maledetto martedì ha notato uscire dallo stabile del delitto un uomo biondo, come biondo è Busco e, infine, non vi è prova che la ragazza massacrata con 29 coltellate il 7 agosto del '90 avesse un nuovo amante; le piste dei servizi segreti e del videotel sono risultate un buco nell'acqua. Conclusione? Procedendo per eliminazione, l'accusa cerca di stringere il cerchio sul meccanico dell'Alitalia un po' come lo squalo gira intorno alla preda prima di aggredirla con il morso fatale. Una strategia che ha portato il legale dell'imputato, Paolo Loria, a dichiarare: «Ho l'impressione che si voglia fare il gioco dell'ipotesi residuale: escludere circostanze e persone per poi arrivare a Busco. Ma lui con questo omicidio non c'entra nulla. È innocentestava facendo lavori su una vettura a casa, ci sono persone che possono testimoniarlo. E, alle 18.30, è andato al bar Portici dove lo vedono gli amici». Nel corso dell'udienza, il maresciallo dei carabinieri Flora De Angelis, in servizio alla sezione di Polizia giudiziaria del Tribunale, ascoltata ieri in aula con il collega Luigi Prili, ha ricordato che «il primo alibi fornito da Busco» è di essere stato in compagnia dell'amico Simone Palombi. Ma Palombi ha dichiarato che «il giorno del delitto era andato a trovare la zia morente (una suora, ndr) a Vallecorsa ed era rientrato a Roma verso le 19.45». Poi, nel 2007, dopo una puntata di «Matrix», Busco aveva chiesto che fossero sentiti due suoi amici Luigi Poli e Fabrizio Priori, e due amiche della madre, Maria Di Giacomo e Annarita Pelucchini. «Poli - ha detto De Angelis - dichiarò che la sera del 7 agosto, tra le 17 e le 19, aveva visto Busco e Priori armeggiare sullo stereo di un'auto. Priori, in un'intercettazione del 2007, non conferma la circostanza e dice di non ricordare». La Pelucchini, all'inizio parla di 16-16,30, più tardi di 17-17,30 e, alla fine, saputo che l'ora del delitto era stata anticipata alle 16, alla madre di Busco assicura: «Che problema c'è? C'ero io alle quattro». Inoltre, il giorno precedente al loro interrogatorio le due «si accordano al telefono per incontrarsi». Per concludere, in un'altra intercettazione, la moglie di Petrino Vanacore, Giuseppa De Luca, dice al telefono alla figliastra Anna di aver notato uscire dallo stabile una persona quel martedì: «Un uomo biondo, non l'ho visto in volto, ma solo di spalle». E fra le persone coinvolte nel caso, soltanto due sono bionde: Fabio Forza e Raniero Busco. Però, e per sua fortuna, l'architetto Forza in quell'inizio di agosto di vent'anni fa era in vacanza su un caicco in Turchia.

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