Il piano nomadi resta in alto mare

Per i nomadi non si è ancora trovato la "quadra". Non sappiamo dove saranno costruiti i nuovi villaggi attrezzati. I romani subiscono ancora la presenza di campi abusivi come il maxi insediamento a via Marchetti sulla Collina Alitalia. E il bando del prefetto di Roma, commissario per l'emergenza nomadi del Lazio, che cerca aree in vendita o in affitto per costruire i nuovi villaggi, ha colto di sorpresa anche il presidente della commissione Politiche sociali del Comune Giordano Tredicine. Ieri è saltato il tavolo in commissione alla presenza del soggetto attuatore del piano nomadi Angelo Scozzafava. E Tredicine ha chiesto una svolta. «Siamo arrivati ad un punto in cui bisogna intensificare le iniziative e prendere seri provvedimenti per portare a termine il piano nomadi - ha detto Tredicine -, la priorità in questo momento è potenziare il processo di messa in sicurezza delle aree creando campi attrezzati. Ma l'obiettivo è mettere in atto un nuovo importante corso e stabilire le priorità e una strategia precisa». Ma di un nuovo delegato per Tredicine «non c'è necessità». La ricerca delle aree è in alto mare. Si era partiti con l'ipotesi di due zone lungo il confine del Gra, fornite dal dipartimento per la sicurezza del comune di Roma, una su Tuscolana e l'altra su Casilina. Poi si passò all'ipotesi Nomentana. E i romani stanno col fiato sospeso. «Oggi c'è la previsione di assistenza di 6 mila persone. Ma se non si trovassero le aree non siamo obbligati ad accogliergli per forza tutti» è la provocazione del presidente della Commissione sicurezza Fabrizio Santori. E in quel caso, dei nomadi in surplus «dovranno farsi carico altre città». Attacca il segretario di Forza Nuova Roberto Fiore. «Temo che la ricerca di Pecoraro non troverà grandi risposte tra i i romani - dice Fiore -. E se qualche irresponsabile dovesse pensare di mettere terreni a disposizione per la costruzione di nuovi insediamenti, i cittadini non tarderanno a farsi sentire». Drizza le antenne il presidente del XIII Municipio, Giacomo Vizzani, che dopo aver correlato alla risoluzione dell'emergenza abitativa la disponibilità alla costruzione di un villaggio attrezzato sul suo territorio mette altri paletti. «Buona parte dei nostri 185 km quadrati è già edificato e siamo in attesa dei provvedimenti urbanistici per art. 11 e i patti territoriali» dice Vizzani. Ma se spuntassero offerte dai proprietari di aree «siamo pronti a far valere il criterio che non si possono costruire nuovi villaggi nei municipi che hanno i nomadi in casa e noi abbiamo un campo a Dragona». Ma dalla Prefettura ieri hanno ricordato che «i criteri di principio vanno visti nella valutazione finale». E questo fa presagire nuovi scontri. Anche perché il bando rende papabili anche le aree già attrezzate, che invece i romani magari vorrebbero chiudere. E il delegato per la sicurezza Giorgio Ciardi risponde al presidente dell'Opera Nomadi Massimo Converso che aveva chiesto case al posto dei nuovi villaggi: «prima bisogna risolvere la nostra emergenza abitativa, o scoppierebbe la guerra fra poveri».