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Dall'Ater 23 milioni per rattoppare Corviale

Roma, il complesso di Corviale

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Ci sono 23 milioni già pronti per ridisegnare il Nuovo Corviale. Da un lato la «bonifica» del quarto piano, quello degli abusivi. Dall'altro la divisione del Serpentone in tante palazzine. Mentre amministratori e architetti dibattono sulla proposta dell'assessore regionale alla Casa, Teodoro Buontempo, di abbattere tutto e ricostruire, l'Ater ha già preparato gli avvisi di gara per la riqualificazione del mostro di cemento. Il presidente dell'azienda per l'edilizia residenziale, Luca Petrucci, è scettico sull'ipotesi demolizione: «Sarebbe meglio sperimentarla da un'altra parte. Nel Serpentone ci sono 1.202 alloggi più circa 170 famiglie abusive. Abbattere tutto produrrebbe un impatto sociale tremendo. Dove le mettiamo tutte quelle persone?». Per non parlare della montagna di cemento che ci sarebbe da smaltire: «Ho fatto fare uno studio ai miei tecnici per capire dove potremmo mettere tutte le macerie - dice Petrucci - Venti milioni servirebbero solo per quello». È per questi motivi che l'Ater preferirebbe «non deludere le aspettative dei cittadini che attendono la riqualificazione da anni». Anche se, al giorno d'oggi esistono tecniche di demolizione e ricostruzione all'avanguardia. «In altri Paesi come la Francia e l'Inghilterra lo hanno già fatto. Ma su edifici di dimensione ridotta - spiega Petrucci - utilizzando la biodelizia, ad esempio il legno lamellare, si può fare tutto in otto mesi». Al momento i due progetti di riqualificazione sono congelati. L'Ater vuole capire se l'ipotesi abbattimento andrà veramente in porto. In caso contrario i bandi sono dietro l'angolo. Dei 23 milioni già stanziati, 6 sono stati messi a disposizione dallo Stato nel 1993. «Erano impantanati lì da anni senza motivo», spiega Petrucci. Questi soldi servirebbero per la trasformazione del quarto piano, dove oggi ci sono i locali occupati dagli abusivi (secondo l'idea originaria avrebbero dovuto ospitare negozi, ambulatori, laboratori artigianali, studi professionali, farmacie e altri servizi). Qui verrebbero ricavati i nuovi appartamenti. Secondo l'ultimo censimento di quest'anno effettuato dall'Ater, le famiglie che hanno occupato sono 170. Gran parte potranno sanare la loro posizione e poter rientrare nelle nuove abitazioni. Durante il periodo dei lavori (che dovrebbero aggirarsi sui due, al massimo tre anni) queste persone sarebbero accolte in residence o alloggi messi a disposizione dal Comune. Gli altri 17 milioni, stanziati dalla Regione durante l'era Storace, servono per la cosiddetta «verticalizzazione». In parole povere si tratta di dividere il Serpentone in tante palazzine eliminando i camminamenti. Non più, quindi, un unico blocco di cemento, ma tanti edifici separati. A questo punto la decisione da prendere è una. Riqualificare il Serpentone o ricostruirlo ex novo. Di sicuro serve un intervento che elimini una volta per tutte i problemi che si trascinano da anni. Le cose che non vanno sono molte. Ad esempio, gli ascensori che si rompono in continuazione. Ogni giorno, infatti, quattro tecnici dell'Ater vengono chiamati per riparare i danni. «Alle 14 sono funzionanti, la mattina dopo sono di nuovo rotti - si sfoga Petrucci - i comitati dei residenti hanno sporto denuncia proprio per porre fine a questi atti vandalici». Ma perché c'è qualcuno che manda in tilt gli ascensori? «C'è qualcuno che non vuole che arrivino ai garage», dice Petrucci. Nei garage, come nelle cantine, di notte fanno capolino gli spacciatori. Arriva la droga, si fermano gli ascensori.

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