Nobili, politici e attori visti da dietro il rasoio
Peri suoi rasoi sono passate e passano tutt'ora le barbe di nobili, politici, imprenditori, vip dello spettacolo, principi del foro, giornalisti. L'Antica Barbieria Peppino in via della Vite nella Capitale è un'istituzione: la più celebre ed esclusiva bottega di parrucchiere per uomo. A fondarla, nel 1956, Peppino Ricciardi, allievo del salone Biancifiore di via Condotti, il barbiere dell'alto rango della Roma Umbertina. Un siciliano dagli occhi azzurri, avaro di gesti e parole, ma tremendamente elegante. Da lui andavano a farsi i capelli i vip della Dolce Vita e un'esclusiva clientela fatta di politici e professionisti. Tutti in quella piccola bottega in via Mario de' Fiori, tanto piccola e raffinata da essere definita la «bomboniera». La lezione di Peppino è stata quindi aggiornata e portata avanti da Piero Migliacci, allievo dal 1966 di Peppino e oggi titolare dell'Antica Barbieria che, dal 1995 e fino a ieri è stata in via della Vite 62 e che da giovedì sarà nei nuovi locali al civico 33. Anche lui uomo del Sud (è nato a Schiavonea, in Calabria), Piero è stato la nemesi di Peppino: tanto era spigoloso, riservato e aristocratico quest'ultimo, quant'è espansivo e abile governatore della conversazione l'allievo, che ha già un erede professionale: il figlio Alessandro. Nel 1947 il padre mise Piero Migliaccio davanti a un bivio: «Se non vuoi fare chilometri in bicicletta per andare a scuola, impara un mestiere. Ma non il sarto: in paese ce ne sono troppi». Scelse forbici e rasoio e a quindici anni era già qualcuno. Voleva fare carriera: prima sfondò a Milano, poi a Roma da Peppino. Oggi è lui mandare avanti la bottega, arredata in modo classico, un tempio del narcisismo maschile: in vetrina rasoi, pennelli e porta sapone esclusivi. Così com'è esclusivo il club del rasoio: 350 soci, tutti con lama personalizzata. L'idea nacque in tv a Uno Mattina: Piero la buttò lì, quasi per scherzo, mentre radeva Lubrano e l'indomani l'ambasciatore di Spagna prese alla lettera quella che sembrava una boutade. Re Juan Carlos è cliente e socio onorario. Non parla mai di calcio, Piero: «Parlo di tutto, un barbiere deve saper parlare di tutto. Conversare coi clienti è un'arte: bisogna coinvolgere anche quelli che aspettano, senza annoiare né essere molesti. Il calcio? Non ne parlo: ero interista ma facevo la barba all'ex presidente del Milan e della Figc Sordillo che minacciò di non venire più se avessi parlato di pallone. Da allora evito».