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Municipi spreconi. Stretta finale

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I minisindaci di centrosinistra si ribellano: messi in ginocchio

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.Il Comune chiede «maggiore rigore» ai minisindaci. I presidenti delle giunte di centrosinistra si ribellano: «I veri sprechi sono quelli del Comune». Ridotta all'osso la polemica si può tradurre così: i municipi chiedono più fondi (senza i quali - dicono - non possono garantire i servizi essenziali); il Comune ribatte: i soldi ce li avete solo che spesso li spendete male. A lamentarsi sono solo i presidenti di centrosinistra, accusati dai colleghi di centrodestra di «una brutta caduta di stile». L'oggetto del contendere sono i 248 milioni erogati nel 2009 dal Campidoglio ai governi locali (l'ultimo anno di Veltroni erano 366). Secondo la Ragioneria comunale decine di migliaia di euro si perdono in spese inutili: dagli addetti stampa alle iniziative istituzionali, dalle mostre ai permessi Ztl. L'assessore al Bilancio, Maurizio Leo, è chiaro: «Disperdere risorse verso utilizzazioni superflue e poi lamentarsi di non disporre delle somme necessarie non è un comportamento da amministratore accorto». Poi il giro di vite: «Tutte le spese saranno tenute in stretta sorveglianza e verranno represse le utilizzazioni improprie». Linea dura ribadita anche dal sindaco Alemanno: «Ci vogliono più controlli, perché tutti i soldi vengano utilizzati dai cittadini». Le accuse del Campidoglio non sono indirizzate ai soli municipi rossi. Alemanno ha chiesto «a tutti uno sforzo di rigore». Ma solo i minisindaci di centrosinistra hanno gridato al «più grande attacco ai municipi da quando sono stati istituiti». I presidenti Corsetti (I), Marcucci (III), Caradonna (V), Palmieri (VI), Mastrantonio (VII), Fantino (IX), Medici (X), Catarci (XI), Paris (XV), Bellini (XVI) e De Giusti (XVII) passano all'attacco: «La Giunta Alemanno non ha ancora approvato il bilancio e sta cercando di metterci in ginocchio». «Il sindaco scarica sui municipi le colpe di una gestione fallimentare - sintetizza il capogruppo Pd in Comune Umberto Marroni - oltre alla mancata approvazione del bilancio, non è ancora stato fatto il calcolo del debito. L'unica cosa certa è il buco di 256 milioni di questa gestione». Ma la linea, indicata dall'assessore Leo è un'altra: prima di approvare il bilancio preventivo va aspettata la nomina di un commissario straordinario che esegua la ricognizione del debito pregresso. Insomma, la distanza tra i due schieramenti è abissale. Tanto profonda quanto il debito ereditato dalle passate gestioni: 9,6 miliardi di euro.

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