L'ultima del Keplero: sei politico per tutti
Non è un rigurgito sessantottino piuttosto l'ennesima provocazione del prof Antonio Panaccione preside del Liceo Scientifico Keplero già salito agli onori della cronaca per aver installato, primo istituto in Italia, le macchinette per la distribuzione automatica dei condom. Questa volta il prof Panaccione ha scritto una lettera al ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini lamentando la mancanza di fondi per organizzare corsi di recupero per gli studenti con le insufficienze. Ergo, secondo Panaccione, i Consigli di Classe che avranno di fronte un consistente numero di alunni insufficienti si troveranno di fronte a un dilemma: bocciare tutti o regalare tanti 6 politici. Che le scuole italiane siano perennemente in bolletta non è una novità; la mancanza di fondi per i corsi di recupero (che nell'ultimo anno dopo la sferzata verso un maggior rigore hanno visto lievitare il numero dei rimandati) è anch'essa una questione «antica» che riemerge automaticamente dopo il primo quadrimestre e si risolve quasi sempre. Le scuole italiane, si sa, hanno accumulato, negli ultimi anni, un credito dallo Stato di circa un miliardo e mezzo. Ma i soldi per pagare i corsi di recupero, nella maggior parte delle scuole, alla fine si trovano. Dunque la questione sollevata da Panaccione è «decisamente pretestuosa» sottolinea in una nota il Miur, che ha stanziato «circa 50 milioni di euro per le scuole indirizzato ai corsi di recupero e che presto saranno a disposizione degli istituti come ogni anno». È vero che molte scuole campano con i contributi volontari delle famiglie che garantiscono l'offerta formativa, le spese di gestione e tutto il resto. E che altre, come l'Istituto Enrico Fermi di Verona, hanno deciso di farsi pagare i corsi di recupero estivi. Agli studenti veronesi ad esempio costeranno 100 euro a persona. Ma questa volta il preside del Keplero ha montato la polemica ad arte. In linea con l'ultima zampata dei sindacati di sinistra che in questo scorcio di fine anno scolastico, stanno organizzando sit in e proteste varie. Un copione già visto. «La rigorosità di preparazione scolastica complessiva richiesta dalle nuove norme cozza fragorosamente - ha scritto Panaccione - con la drammatica realtà di scuole senza soldi e sostegno per sopravvivere. A giugno prossimo saremo obbligati ad applicare, completamente disarmati, le nuove disposizioni del Governo in merito alla valutazione finale e all'ammissione delle classi quinte agli esami di Stato 2009/10». Da qui la sua proposta degna del teatro dell'assurdo. «Nel 2008 per i corsi di recupero furono stanziati 95 milioni, che nel 2007 - quando l'allora ministro Fioroni ripristinò le rimandature a settembre - ammontavano a 210 milioni. Ora, con un unico finanziamento complessivo per diverse attività i fondi sono drasticamente calati e le scuole non sanno che pesci prendere». «Per fare i corsi integrativi di recupero, tanto necessari per i più deboli e svantaggiati - ha spiegato il preside - ci vorrebbero almeno quei finanziamenti previsti dal decreto ministeriale n. 80 del 3 ottobre 2007 (art. 10 sul capitolo 1287) già elargiti nel 2008 e 2009, ora invece eliminati o peggio girati alle scuole private». Panaccione ha subito incassato la solidarietà dal collega Cosimo Guarino, preside del Liceo classico Mamiani: «Quest'anno faremo i corsi di recupero grazie ad una nostra oculata gestione di risorse: per i docenti interni utilizzeremo il fondo di istituto, per quelli esterni il contributo volontario delle famiglie che è di 100 euro».