Preghiera e sesso nel tempio-bordello

Lavaggio dei piedi, preghiera e poi sesso a pagamento. Era un tempio-bordello «made in Corea»: gestito da un professore di musica e frequentato da quattro turiste-prostitute, tutti della Corea. È stato scoperto dalla squadra investigativa del commissariato Esquilino, diretto da Domenico Condello. Il musicista, Gang Mung Bong, è stato arrestato. Indagati altri due suoi complici: uno rispondeva al telefonino pubblicato su giornali cinesi distribuiti a Roma e su siti Internet con annunci di prostitute coreane. L'altro è stato l'intermediario col proprietario cinese dell'appartamento al secondo piano di via Cairoli, dove le ragazze mangiavano e dormivano tutte in una stanza (su quattro). Per arruolare le giovani, tra i 20 e i 30 anni, Bong usava sempre lo stesso sistema. Sulle inserzioni coreane si spacciava per gestore di un bed and breakfast, invitante per le ragazze che hanno voglia di girare il mondo ma pochi soldi in tasca. Le andava a prendere in aeroporto. La seduzione scattava dopo. Una volta a casa Gong faceva loro un discorso che non aveva niente di prepotente: «Siete a Roma, non sapete dove andare, se vi concedete guadagnate soldi facili per un po' e dopo magari continuate il vostro viaggio». Le tariffe: dai 70 ai 150 euro. Le prestazioni erano a tempo: fino a 25 minuti la prima, a 45 minuti la seconda. I soldi: metà a lui, l'altra a loro. Qualcuna accettava, altre no. A Gong bastavano quattro-cinque ragazze: si prostituivano per un mese, un mese e mezzo, e poi se ne andavano. Il bordello era riservato a cinesi, particolarmente attratti dalle coreane dai tratti più gentili delle loro connazionali. I clienti telefonavano, il complice rispondeva e fissava l'appuntamento. Una volta a via Cairoli si sottoponevano al lavaggio dei piedi, venivano date loro delle pantofole, quindi pregavano. Il testo dello scongiuro era fotocopiato in ogni stanza, scritto in coreano. Su una pagina campeggia una vignetta: tre coppie, dalle quali partono altrettante frecce, indicanti un'altra sagoma più in alto, orientata a sua volta su una entità che sbuca tra le nuvole, sovrastata da una croce. Gong era seduto a un tavolinetto accanto all'entrata: sopra una Bibbia in lingua, spartiti di musica sacra coreana e un altro fascicolo di scritture religiose. Nelle stanze biancheria intima, profilattici e pillole del sesso. Quando gli agenti sono entrati nel bordello Bong si è spacciato per cliente. Addosso però gli hanno trovato addosso 1.900 euro. Lo hanno fatto aspettare. Poi le ragazze hanno spiegato tutto: «È lui, il professore».