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Il Blocco conquista la piazza

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I ragazzi del Blocco Studentesco di fronte all'università di Roma Tre

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La manifestazione si farà. Il 7 maggio i ragazzi del Blocco Studentesco scenderanno in piazza. Non sarà un corteo, come inizialmente chiesto dal movimento, ma i giovani studenti di destra potranno comunque dire la loro pubblicamente. L'autorizzazione ufficiale arriverà probabilmente oggi dagli uffici della Questura. Eppure, per ottenere il diritto a manifestare c'è stato bisogno di una lunga mediazione che ha coinvolto anche il ministero dell'Interno. La polemica contro il corteo del Blocco era montata nei mesi scorsi nelle università. Le violenze dei militanti dei collettivi contro i giovani di CasaPound. I manifesti antifascisti. Le aggressioni armate. Le richieste di cacciarli dagli atenei. Un'escalation che ha coinvolto non solo compagni e centri sociali. Ma anche esponenti di partiti di sinistra. Tanto da arrivare a chiedere pubblicamente che non venga autorizzata la dimostrazione del 7 maggio: «È una marcia su Roma», urlavano. Le grida, grazie all'eco della politica che conta, sono arrivate alle orecchie della questura, che martedì ha chiesto ai vertici del Blocco di rinunciare a manifestare. «Non se ne parla», hanno risposto i giovani di CasaPound. «Andiamo direttamente al ministero dell'Interno. Manifestare è nostro diritto. Una negazione creerebbe un pericoloso precedente per tutti». Così, ieri, il sottosegretario del Viminale, Alfredo Mantovano, decide di ricevere il deputato Pdl Francesco Aracri e i consiglieri capitolini Ugo Cassone e Luca Gramazio, sostenitori dei ragazzi di destra. Nelle stesse ore in Parlamento 32 deputati firmano un'interpellanza a Maroni per chiedere i motivi del «no» di San Vitale al corteo. Nel suo ufficio Mantovano riceve un dossier sugli attacchi subiti dal Blocco in tre anni. Il sottosegretario conosce bene la situazione. E il «pressing» per lasciare esercitare ai ragazzi del Blocco il diritto a manifestare si fa sentire da più fronti. La soluzione finale sarà una controproposta che la questura dovrebbe fare oggi: sì alla manifestazione ma in una piazza, il corteo è escluso. CasaPound e Blocco Studentesco fanno già sapere che «accetteremo a malincuore questa proposta». E i collettivi preparano già la loro guerra del 7 maggio. Sui siti internet di riferimento (indymedia.org, militant-blog.org) annunciano botte. Contestazioni violente. Tafferugli in città. Se succederà, fanno sapere Andrea Antonini e Francesco Polacchi «sapremo già chi saranno i mandanti. Politici del Pd, come Marroni, Foschi e Masini che soffiano sul fuoco della rivolta. Infine quereleremo Fabio Nobile e altri esponenti dell'opposizione».

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