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Doni agli alunni per la Comunione diventano un affronto religioso

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Unbraccialetto di filo e nessun compito da svolgere nel fine settimana per i bambini che il primo maggio faranno la Prima Comunione. È una tradizione della scuola elementare Giovan Battista Vico contraccambiare con un piccolo dono senza alcun valore economico le bomboniere che gli alunni portano a scuola. E liberare i bambini del peso dei compiti nel giorno di festa per l'incontro con Gesù. Eppure anche il gesto di buon senso e buona educazione è stato frainteso. La mamma di una bambina di 10 anni di una quarta classe dell'istituto di piazzale degli Eroi ha contestato l'episodio. «Hanno dato un premio solo ai bambini che riceveranno il sacramento - attacca Sabrina Callea, 42 anni, di professione educatrice - escludendo i figli degli immigrati e chi come mia figlia, non fa l'ora di religione. Ma questa è una scuola laica». In IV B, la classe della figlia di Callea, ci sono 24 alunni, quattro figli di migranti bengalesi e romeni, in 5 non seguono l'ora di religione. «L'altra sera - racconta Callea - mia figlia mi ha raccontato piangendo che era stato dato questo braccialino sia ai maschi che alle femmine, e le maestre avevano dato l'esonero dei compiti per il fine settimana. Premetto che mia figlia a scuola è bravissima e quando ha finito i compiti se ne inventa altri da fare. Eppure lei mi ha chiesto "perché a noi no?"». Per tranquillizzare la bambina sarebbe bastato spiegarle come stavano le cose. Dirle che è una tradizione portare i sacchetti con i confetti. E che la scuola condivide la gioia delle famiglie contraccambiando con un piccolo dono senza valore economico. La mamma avrebbe potuto spiegarle anche perché lei non farà la Comunione. Rassicurandola che potrà essere festeggiata in un'altra occasione. «Abbiamo fiducia che le maestre abbiano agito nella buona fede di rinnovare una tradizione, che non deve offendere nessuno - ha detto l'assessore alla scuola del Comune di Roma Laura Marsilio - E visto il malessere denunciato le insegnanti trovaranno occasioni celebrative per premiare anche le esperienze simboliche degli altri bambini». Ma Sabrina Callea non ha sentito ragioni. «C'erano le insegnanti curriculari e la classe al completo - arringa - È discrimantorio perché le maestre hanno detto "questo è un dono perché riceverete Gesù nel cuore». Ieri sono state chieste spiegazioni alla vicedirettrice, Miriam Intini. «Ci ha detto: "Lo faremo presente all'interclasse, mi dispiace, è una tradizione". E una maestra ha aggiunto: "La Comunione è un evento importante che non si può non festeggiare"».

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