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Ricorso al tar per gli autovelox selvaggi

Autovelox

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Risale ormai al 12 gennaio la richiesta di accesso agli atti del Codici, indirizzata al Comune di Fiumicino per accertare la regolarità degli ormai famigerati autovelox. Il silenzio da parte di via Portuense ha spinto l'associazione a ricorrere al Tar. Un esposto in Procura, più i ricorsi al Giudice di Pace e al Prefetto, più ora l'istanza al Tribunale amministrativo regionale: è una montagna di scartoffie quella inviata negli ultimi mesi dal Codici, che segue i casi di circa 100 multati. «Abbiamo presentato la richiesta mesi fa – spiega Valentina Coppola, Segretario Provinciale del Codici di Roma – ma, scaduti da tempo i 30 giorni previsti per la risposta, ora siamo costretti a rivolgerci al Tar, affinché ordini al Comune di Fiumicino l'esibizione della documentazione necessaria all'esame della situazione». Dal Comune intanto assicurano la verifica della ricevuta richiesta, cosa che al momento non risulterebbe, ma ricordano anche che spetta all'amministrazione stabilire se l'accesso agli atti può essere legittimo o meno. Al centro della battaglia gli ormai arcinoti 17 sensori installati nell'arco dell'ultimo anno sulle strade del comune tirrenico. Un movimento di protesta sottile e spontaneo quello del popolo dei «tassati dai velox» che, in pochi mesi, dalle pagine dei social network, è passato alle aule dei tribunali su fronti diversi. Ma ad unire le varie «linee di fuoco», sono proprio le critiche, sospettosamente simili, mosse agli apparecchi. Primo esempio. «Nei verbali spesso – spiega Coppola - si menziona il numero di targa, ma non si specifica il modello dell'auto. Cosa non trascurabile visti i casi di errori accaduti in passato». «Anche noi abbiamo decine di queste omissioni», conferma Marco Dominici, presidente del Comitato di Torrimpietra. Altra similitudine, il ritardo di notifica delle contravvenzioni, in molti casi giunte con una media di 140 giorni dalla rilevazione: 5 mesi durante i quali l'automobilista, ignaro delle precedenti multe, continuava a ricadere nell'errore. Ultimo, quella tolleranza, poca, che ha portato alla valanga di multe per infrazioni di uno o due chilometri oltre il limite consentito. Ad ogni multa infatti si «scontano» 5 chilometri. I dati del Comitato parlano da soli: su una media di 200 verbali, più di 50 automobilisti sono stati multati perché andavano a 51 o 52 chilometri orari, sul tratto di Aurelia con limite a 50. La multa però, va ricordato, secondo legge va fatta comunque perché altrimenti si parla di omissione di atti d'ufficio. Da qui la proposta dell'assessore alla Vigilanza Urbana di Fiumicino, Giancarlo Petrarca, di aumentare il limite della tolleranza a 10 chilometri orari. Identiche poi le contestazioni per quei cartelli stradali nascosti da alberi o altri segnali. «I vizi per la segnaletica all'incrocio tra la via Aurelia e via Petrucci sono evidenti – spiega la Coppola – C'è un cartello stradale, proprio in prossimità dell'incrocio, del tutto ostruito da un pannello della vicina pompa di benzina. Oppure il fatto che l'ultimo segnale che avverte della presenza del foto rilevatore sia del tutto superfluo perché posizionato sul lato opposto alla corsia di marcia». C'è poi il curioso caso della «multa clonata». Stessa multa, doppio verbale. È capitato ad uno dei membri del Comitato di Torrimpietra. In pratica un errore di trascrizione: medesima infrazione, giorno, ora, ma verbale inviato due volte. Tocca però, anche in questo caso, all'automobilista fare ricorso pagando quelle stesse 38 euro che deve sborsare per la multa «replicante».

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