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Da giugno a Roma non si pagherà più l'Iva sulla tariffa rifiuti.

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Unasentenza di rigetto della Corte costituzionale il 16 luglio 2009 ha definito la Tari un tributo su cui non può essere applicata l'Iva. Quel pronunciamento, pur vincolando solo le parti in causa, ha un peso politico non indifferente, aprendo la via a una pioggia di ricorsi. Tant'è che l'assessore comunale al Bilancio Maurizio Leo ha già annunciato che dal prossimo giugno il Campidoglio e la municipalizzata Ama toglieranno l'imposta. Il punto però è un altro: l'Iva è un gettito fiscale dello Stato, non dei Comuni e come tale esigibile dall'Agenzia delle entrate, la quale continuerà a pretenderla. Il governo, per mettere ordine, starebbe così pensando di emendare il decreto incentivi con una norma che di fatto permetterebbe di continuare ad applicare l'Iva sulle bollette dei rifiuti. Codici, attraverso il segretario provinciale Valentina Coppola e l'avvocato Carmine Laurenzano, annuncia un nuovo ricorso contro l'emendamento. In soldoni, il Comune può anche non applicare l'Iva ma non può impedire all'Agenzia delle entrate di continuare ad esigerla. Si spiegherebbe così l'aumento delle tariffa allo studio del Campidoglio: dovendo comunque versare l'Iva il Comune aumenterà la bolletta sui rifiuti. Proprio oggi in Aula Giulio Cesare il Consiglio comunale discute le delibere di giunta per l'aumento della tariffa rifiuti. L'opposizione di centrosinistra, per bocca dei consiglieri Pd Atos De Luca e Massimiliano Valeriani, annuncia battaglia.

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