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Mangiati dal mare chilometri di costa del litorale sud

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L'allarmeerosione si conferma una spada di Damocle per le coste di Anzio e Nettuno che, nonostante una serie infinita di sollecitazioni da parte dei balneari, continuano ad essere a rischio. E con la stagione estiva ormai alle porte e la gran parte degli stabilimenti pronti ad aprire nei prossimi giorni, il tema dell'erosione continua a far discutere. Nettuno sta tentando di correre ai ripari proprio in questi giorni. Dopo le piogge devastanti dell'inverno e la conta dei danni effettuata dai balneari, che rischiavano di arrivare all'avvio della stagione estiva senza poter contare su un tratto di arenile sul quale poggiare ombrelloni e sdraio, i tecnici regionali stanno provvedendo proprio in questi giorni alla realizzazione delle dighe soffolte studiate per frenare l'avanzata del mare. Delle gigantesche «T» fatte di massi e sabbia piantate in prossimità della costa per garantire ai balneari un avvio di stagione tranquillo. Certo non una soluzione definitiva al problema, così come viene richiesto da anni da ambientalisti e gestori degli stabilimenti, ma pur sempre un palliativo in grado di far sembrare meno amaro il boccone del mancato intervento da parte dell'ex Giunta regionale. Ancora più drammatica se possibile, la situazione della vicina Anzio, dove nonostante le promesse e l'assicurazione da parte dei tecnici regionali, sono tanti i tratti di costa letteralmente divorati dal mare. Particolarmente critica la situazione nella zona di Tor Caldara, a ridosso dell'oasi del Wwf tra il centro di Anzio e Lavinio, dove in più punti la spiaggia sta rischiando di sparire del tutto. L'Assobalneari sperava in un intervento entro l'inizio del mese di gennaio, in modo tale da riuscire a presentarsi all'avvio della stagione estiva nelle migliori condizioni, ma dopo una serie infinita di rinvii, con tutta probabilità i lavori partiranno per la metà del mese di ottobre. Questo almeno è quanto è trapelato dagli ultimi colloqui avuti tra le parti. E se Anzio e Nettuno piangono, di certo le cose non migliorano avvicinandosi alla capitale. A rischio già da questo inverno le spiagge di Torvajanica, flagellate nei mesi scorsi da una serie infinita di mareggiate e sempre più ridotte, tanto da mettere in difficoltà sia gli operatori balneari che il settore della piccola pesca, con 35 imbarcazioni ormeggiate sulla riva e continuamente danneggiate dal mare. Tanto da mettere a rischio la sicurezza economica di cira 80 persone che vivono di pesca. E lo stesso vale a Tor San Lorenzo, ad Ardea, dove interi chilometri di costa sono spariti. Con l'insediamento della nuova Giunta regionale la speranza degli operatori balneari è che si possano finalmente realizzare interventi mirati. Solo attraverso interventi concreti, e senza promesse, sarà possibile rilanciare il mare di Roma. Una volta per tutte.

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