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Portinai dagli strozzini per le multe pazze

I custodi con le bollette pazze

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Non devono sborsare un euro per i rifiuti, perché vivono nell'alloggio di servizio nelle scuole. E la tassa sull'immondizia è pagata dallo Stato. Eppure l'Ufficio delle Entrate gli ha recapitato richieste di arretrati anche di 6 mila euro. E sono seguiti fermi amministrativi e ipoteche su vecchie abitazioni di famiglia fuori dal territorio regionale, ricevute in eredità e in comproprietà tra fratelli. Ancora cartelle pazze. Su mille custodi a Roma sulla stessa barca, ci sono solo 15 graziati. E tra questi ultimi non c'è Anna Montesi, 70 anni, che abita in una scuola in via Ascrea e non può più usare l'auto: sequestrata. Nella medesima condizione Anna Isopi, che vive in una scuola in via Asmara. Si è ritrovata un'ipoteca sul casolare in Umbria dei genitori ereditato insieme ai quattro fratelli. E un'ipoteca sulla vecchia casa di famiglia da 30 mila euro in Abruzzo ce l'ha anche Luisa Gianni, che abita in XI Municipio, e ne è comproprietaria con i 7 fratelli. Come le tre pensionate, minacciati da fermi auto e sequestri anche centinaia e centinaia di colleghi. Ma molti hanno già pagato. «Si sono fatti prendere dal panico» racconta Giuseppe Polimeni, presidente dell'Associazione nazionale portieri custodi edifici pubblici (Anpcep), delegato Cisl. «Prendiamo 900 euro di pensione e c'è chi ha preso i soldi in prestito dallo strozzino - dice - ma io dico che questi soldi devono essere restituiti e chi non ha pagato non deve sborsare un euro». La persecuzione non cessa. «Le ultime cartelle pazze sono arrivate oggi (ieri, ndr) al 30% di noi» mostra le cartelle Polimeni nella sede Anpcep a largo Ascianghi 4, dove ieri si è tenuta una rionione. Polimeni abita nella scuola Giuseppe Tomassetti in via Cassia e ricorda le dure regole cui devono sottostare i portieri nell'alloggio di servizio. «Non possiamo ospitare parenti - dice - e quando mia figlia si è sposata ha dovuto spostare anche la data delle nozze perché la scuola non era ancora chiusa». Tutto ok, dice. Ma le bollette pazze no. «Sono stanca dei ricatti psicologici e ho piena fiducia nel nostro presidente Anpcep che si batte con tenacia perché questo stillicidio finisca» dice Anna Montesi. «I custodi che vivono nell'alloggio di servizio devono pagare solo acqua, luce e gas come dice la nostra normativa di riferimento, la delibera 4277 del 10.10.'97» dice Polimeni che ricorda che nel 2006 il primo dirigente Ama firmò un documento «in cui si diceva che il custode della scuola non deve pagare la tassa rifiuti perché la paga già il capo d'istituto». Sulla base di questo i custodi hanno presentato «domande in autotutela con le dichiarazioni dei capi d'istituto dell'avvenuto pagamento». Eppure non basta. E pare che la mano destra non sappia cosa fa la sinistra. Maurizio Anzuini per esempio l'ha scampata. Insieme a 15 colleghi. «Sei mesi fa sono tornato alla carica con l'Ama. Ma solo per una quindicina di noi le cose sono filate liscie - conferma Polimeni - e non si sono avute contestazioni. Ma se la tassa rifiuti viene considerata inesigibile per una parte e non per tutti mi chiedo come mai la normativa non venga applicata uniformemente». La speranza di una via d'uscita resiste. «A ottobre abbiamo presentato un appello al sindaco Alemanno sottoscritto da 500 persone» ricorda Polimeni, che vuol tornare alla carica con una nuova petizione per «chiedere l'aiuto del primo cittadino. E se sarà necessario andremo al Tar».

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