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Un deposito di armi per i killer della 'ndrangheta.

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L'arsenaleè tipico degli agguati»: due fucili a canne mozze, pistola Magnum 357, mitraglietta Uzi di fabbricazione israeliana con tanto di munizioni, e polvere da sparo. Era in un casotto accanto alla villa di due allevatori incensurati - Andrea De Pace e Marco Lucchetti, di 34 e 35 anni - dove scontava gli arresti domiciliari pure un terzo - Roberto Raso, di 38 - legato a una 'ndrina di Gioia Tauro, condannato per una storia di usura consumata a Viterbo. La scoperta è stata fatta ieri mattina dai carabinieri della Compagnia Cassia del maggiore Alceo Greco, coordinati dal Gruppo di Ostia diretto dal colonnello Giuseppe La Gala. Ma il sospetto è di qualche settimana fa. I militari del Nucleo operativo della Cassia notano in zona la presenza di alcuni pregiudicati, soprattutto per rapina. In tempi diversi, vanno tutti nella villa di Mazzano. La curiosità degli investigatori diventa blitz. Quando i carabinieri entrano nella proprietà e cominciano a chiedere, a fare domande, i tre rispondono con tono tranquillo. Quando i carabinieri perquiscono una sorta di ripostiglio all'aperto, si fanno nervosi. Dopo la scoperta non parlano più. Le munizioni vengono trovate in una cassetta metallica color verde militare, identica a quella in uso nell'Esercito. Il resto in altre di plastica gialla, le stesse dove si sistema la frutta. Le armi sono tutte efficienti. Raso è rimasto in carcere. Gli altri due sono ai domiciliari. Fab. Dic.

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