Per giorni in ostaggio degli usurai
.Chi non paga è prigioniero. L'incubo si è fatto realtà, al Tufello. Uno è stato liberato dopo 5 giorni di segregazione, l'altro con un blitz delle forze dell'ordine. Sono due storie di terrore l'una dentro l'altra: la seconda scoperta intercettando i balordi che parlavano della prima. I casi sono stati risolti dal Nucleo di polizia tributaria del Comando provinciale della Guardia di finanza di Roma. Tre le persone arrestate: l'usuraio, un incensurato di 30 anni, e i due complici quarantenni, uno uscito da poco di galera per una condanna di usura ed estorsione. I profili dei due sequestrati, invece, sono opposti: il commerciante operoso e disperato, il giovane incastrato dal vizio. Il primo, 45 anni, romano, ha un'attività alla Bufalotta, cerca di caversela entrando e uscendo dalla crisi economica; il secondo vive in casa coi genitori, non trova un'occupazione (e forse neppure la cerca tanto) ma di sicuro ha il vizio della droga. Le due storie risalgono a dicembre, sono state rivelate solo ora «per motivi di sicurezza». Prima di Natale, davanti al colonnello Antonio Del Gaizo si presenta il commerciante. È una persona fatta in mille pezzi dalle prepotenze. Dice che all'inizio di dicembre ha chiesto 15 mila euro a un tale, il trentenne del Tufello, noto in zona perché presta soldi a strozzo. Ne ha bisogno per rinnovare la sua attività e provare a dare una svolta agli affari. Il tizio dà i soldi stabilendo il rimborso a scadenze settimanali da mille euro. L'interesse è del 10 per cento a rata calcolato sulla somma totale. Il commerciante paga i 15 mila ma non riesce a saldare gli interessi. L'usuraio parte con le penali: il 10% alla settimana calcolato sul debito residuo che non finisce mai. Poi l'aguzzino accelera, a modo suo. Con i due scagnozzi va nel negozio e lo caricano su una Bmw. Vaiene picchiato e segregato nella casa dell'usuraio. La richiesta sale a 35 mila euro. I familiari del poveretto organizzano una colletta nel quartiere e col cuore e le tasche di molti riescono a pagare il conto. La violenza sembra finita. Il commerciante viene liberato, il debito è pagato. Ma non è così. I tre si ripresentano con un'ennesima richiesta, vogliono 10 mila euro per il disturbo altrimenti lo strozzino intesterà l'attività alla sua fidanzata. Ed è qui che scatta la denuncia alla Finanza. I balordi lo chiamano sul cellulare anche mentre è dai finanzieri: «Ora veniamo e ti ammazziamo». Nel corso delle indagini i telefoni degli usurai sono sotto controllo. E così gli investigatori vengono a sapere dell'altro sequestrato. Un giovane è sotto chiave perché non ha pagato la droga comprata a credito. La mamma sta andando alla finanziatria per la cessione del quinto. I finanzieri la fermano. E fermano anche i balordi mentre caricano in auto il "prigioniero" per cambiare covo.