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A Termini come al Luna park

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Sensi di marcia invertiti e gli utenti, traditi dall'abitudine, si scontrano

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Ilavori, doverosi, per rendere più moderno e fruibile il sistema ferroviario cittadino, stanno lasciando il segno mettendo in grande confusione i viaggiatori. Passaggi chiusi per ristrutturazione, sensi di marcia pedonali invertiti e un vero e proprio esercito di addetti con casacca arancio fosforescente che non riesce a dominare la fiumana di corpi in transito. Flussi di viaggiatori che si scontrano, si fondono amplificando la confusione, gente che si guarda intorno cercando di interpretare la foresta di frecce, chiare, è vero, ma a volte difficilmente interpretabili quando in tanti affollano i passaggi e camminano velocemente. Difficoltà soprattutto la mattina fin quasi alle 10, poi dalle 12,30 alle 15 e in serata. È una questione legata ad abitudini consolidatesi negli anni, come per il passaggio dalla linea A direzione Anagnina, diretto alla linea B per Rebibbia: oggi funziona tutto all'opposto. Scesi dai vagoni della linea arancione, molti viaggiatori si precipitano verso gli archi in testa al binario della fermata. Era un'uscita fino a prima dell'inizio dei lavori, oggi è invece un ingresso ai binari. A poco serve l'intervento dell'addetto che inutilmente si sgola «dall'altra parte, non qui!». In molti entrano lo stesso. Non sono di immediata interpretazione le frecce blu, verdi o arancio indicanti vari sensi e attaccate a terra. L'apoteosi dell'uomoscontro (volendo adattare il termine «autoscontro» delle ben note giostre da luna park) si ha quando si scende dalle carrozze centrali di un convoglio della linea B direzione Eur Fermi per salire alla Stazione Termini o scendere di un livello per la Metro A. L'incrocio dei flussi rende poco «carezzevole» il contatto fra i corpi. Ci si urta con coloro che salgono utilizzando le stesse scale (oggi, causa lavori, non ce ne sono altre) dalla linea A e diretti alla stazione o alla Metro B. Poi i dubbi sulla direzione da prendere e in tanti chiedono agli addetti. «» una cosa continua, molti romani e tanti da fuori – risponde un giovanissimo con pettorina fosforescente davanti alle scale in discesa verso la linea A – Non riescono a intuire da che parte andare. A volte vedo anche piccoli gruppi familiari paralizzati che leggono le insegne ai muri, urtati dal fiume di persone. Era prevedibile, ma siamo qui per guidare chi ha difficoltà e avvertire che le direzioni sono profondamente cambiate».

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