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A scatola chiusa non firmano niente

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Furbilo sono da sempre. E i nomadi di Tor de' Cenci ieri mattina hanno puntato i piedi. Dando forfait all'ultimo momento all'assessore alle Politiche sociali del Comune di Roma, Sveva Belviso, quando erano già andate in porto le trattative sul trasferimento dei 350 macedoni e bosniaci, di cui 200 bambini, che avrebbe consentito la chiusura del campo nomadi tollerato. Mancava solo la firma sul pezzo di carta. Si erano accordati per il trasferimento della popolazione in un villaggio attrezzato di nuova costruzione perché a Castel Romano i nomadi non ci sono voluti andare. Ma l'atto di impegno sullo sgombero, sul tavolo in assessorato, i tre rappresentanti del campo non l'hanno voluto firmare. «Prima vogliamo vedere l'area. E poi non siamo Obama o Berlusconi che serve la nostra firma» hanno detto. Costringendo di fatto l'assessore Belviso a ripiegare sullo sgombero del campo di La Martora: inizierà a giorni il fotosegnalamente, per conoscere la storia penale e verificare chi ha il diritto a entrare nel programma del Comune e chi invece se ne deve andare. Ma il Campidoglio va avanti con il piano e assicura che Tor de'Cenci chiuderà entro l'autunno. Un fulmine a ciel sereno, coi giornalisti in corridoio in attesa dello scontato annuncio. Invece dopo un'ora e mezza l'incontro in assessorato è sfociato nella rottura. La Belviso, che aveva definito il campo «una bomba esplosiva perché ci vivono persone con carichi pendenti e agli arresti domiciliari» ha assicurato: «Noi confermiamo la nostra disponibilità, se loro non vorranno firmare noi arriveremo fino alla fine cercando di usare la diplomazia. Se così non fosse si andrà avanti con la forza». Poi più tardi ha aggiunto: «Sono estremamente delusa. Si sono scordati che ai tempi di Veltroni i campi nomadi si chiudevano dalla sera alla mattina. Questa è la prima amministrazione che li considera referenti e si confronta con loro come è stato fatto già per Casilino 900. Ho voluto dare ai nomadi di Tor de' Cenci una possibilità di dialogo, recependo le loro istanze e trovando un compromesso. I rappresentanti del campo erano disponibili a collaborare con il Comune che li avrebbe trasferiti in un nuovo villaggio attrezzato. Seppur d'accordo fino a poco prima della firma dell'atto di impegno, inspiegabilmente sono tornati sui loro passi». Ma «il lavoro del Comune va avanti - ha assicurato - e procederà con la chiusura di La Martora a giugno. In autunno chiuderemo Tor de' Cenci, mi auguro con la collaborazione della popolazione nomade. Qualora ciò non dovesse avvenire, il lavoro dell'Amministrazione comunale proseguirà rispettando gli impegni presi». La prossima settimana il Comune farà partire il bando di gara per la realizzazione del primo campo attrezzato, di cui ancora non è stata annunciata l'ubicazione; i nomadi sgomberati da Tor de' Cenci dovrebbero essere ricollocati nella nuova area che sarà pronta entro l'estate». I prossimi campi della capitale di cui è prevista la chiusura sono quelli di Baiardo (XX Municipio), Foro Italico (II), Monachina (XVIII), Arco di Travertino (IX), Spellanzon (V) e Settechiese (XI).

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