La badante del bancomat
Attenti alla badante. Nella maggior parte di casi sono loro a badare a noi. In altri, anche se sono eccezioni che confermano la regola, siamo noi che dobbiamo tenerle «sotto osservazione». È quello che ha fatto un avvocato che aveva assunto una baby-sitter romena per il figlio. Per agevolare le spese casalinghe, la professionista ha dato in custodia alla straniera un bancomat. E, in poco tempo, si è vista prosciugare il conto corrente. La vittima è una donna di quarantacinque anni, residente nel signorile quaryiere Parioli e che fa l'avvocato. La romena, che di anni ne ha venticinque, in un'occasione aveva avuto dalla sua datrice di lavoro un bancomat con relativo codice segreto per fare alcune spese. Ma ha tradito la difucia della padrona di casa, «succhiando» in un mese oltre diecimila euro dal conto bancario della professionista. Dal momento in cui è venuta a conoscenza del pin, infatti, la straniera ha cominciato a utilizzare la tessera bancomat per i suoi acquisti personali. Passati trenta giorni, e dopo aver ricevuto l'estratto conto dal suo istituto di credito, l'avvocato ha scoperto i prelievi «irregolari» ed ha sporto denuncia. Al termine delle indagini è scattata la perquisizione alla stanza dove la romena alloggiava, in un albergo nella zona della stazione Termini. Qui gli agenti hanno trovato numerose merci, tra cui diversi telefonini, e la tessera bancomat della sua datrice di lavoro. La straniera è finita in manette, arrestata dagli agenti della polizia di Stato del commissariato Villa Glori poco prima che spiccasse il volo per la Romania. Dopo il fermo la badante «infedele»ha provato a cavarsela raccontando una storia poco credibile agli investigatori: era stata costretta a prelevare i soldi perché minacciata di morte da un suo connazionale. Ma è stato facile, dopo una serie di veloci riscontri da parte della polizia, scoprire che la circostanza era inventata di sana pianta.