Terrore in carrozza: "Potevamo morire"
«Abbiamo visto la morte in faccia. Una paura tremenda». Centotrenta persone finite in ospedale. Nessuna è grave. C'è chi si è rotto il naso, chi ha battuto con violenza la testa e chi si è tagliato sulla fronte o sugli occhi. Ma la vera ferita è stata la paura. Tanto che sono stati gli psicologi a dover fare il lavoro più grande quando i primi passeggeri sono iniziati ad arrivare negli ospedali. Sono stati momenti di vero panico quelli che hanno vissuto i pendolari del treno tamponato alla stazione La Celsa. Il terrore di restare intrappolati con le porte che non si aprivano e il fumo nero tutto intorno. Uno shock fortissimo, attimi di smarrimento e disperazione. Mara ha 46 anni, si trovava nell'ultimo vagone, quello che è stato investito. È stata visitata al Sant'Andrea: «Fortunatamente sto bene, ma all'inizio non riuscivo a capire niente. Dopo due ore le lacrime scendevano ancora. Mi sono ripresa solo adesso». Sul sedile vicino a quello di Mara c'era una ragazza che in quel momento si stava ritoccando il trucco. «È schizzata per terra e ha battuto la testa - racconta Mara - Non riusciva a rialzarsi, non sapevo come aiutarla, ero stordita». Maurizio, 53 anni, stava andando a lavoro come ogni mattina: «C'è stato un forte botto, le luci si sono spente, poi il fumo. La gente ha iniziato a urlare e a correre verso le porte. Abbiamo temuto il peggio». La prima chiamata alla centrale operativa del 118 è arrivata alle 6.54. Dopo tre minuti è arrivata la prima ambulanza. I mezzi dell'Ares e due pulmini messi a disposizione dal Comune hanno portato settanta feriti (51 in codice verde, 19 in codice giallo) in sette ospedali: al Gemelli, al Sant'Andrea, al Pertini, a Villa San Pietro, all'Aurelia Hospital, al San Filippo Neri e a Monterotondo. Carlo era nell'ultima carrozza. È uno dei pendolari che ha riportato le ferite peggiori: una brutta botta in testa e alcuni punti di sutura sopra il naso rotto. Il padre lo aspetta fuori dal pronto soccorso del Sant'Andrea mentre i medici lo stanno curando: «Fortunatamente erano tutti seduti. Se qualcuno fosse stato in piedi sarebbe stata una tragedia». Maria Lucenti, 64 anni, è ancora scossa. È stata medicata al Gemelli: «Ero seduta, ho battuto la testa contro un ferro e mi sono fatta male alla gamba. Ho avuto paura di restare intrappolata. Per fortuna sono ancora qui per poterlo raccontare». Gianluca, 16 anni, esce da Villa San Pietro con una benda sull'occhio: «Nell'impatto ho dato una forte capocciata al passeggero accanto a me. Non mi sembra che il treno abbia frenato. Un altro passeggero ha visto che il semaforo era verde».