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Da ballerine a prostitute in casa

polizia

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Da ballerine a prostitute. Partivano dal Sud America (Brasile, Colombia, Cuba, Equador), sbarcavano a Madrid e a Malaga, alcune venivano reclutate anche tra le belle nei locali di lap dance. L'organizzazione procurava loro il permesso di soggiorno, poi tutte volavano a Roma per prostituirsi anche in altre città italiane. Il giro a luci rosse è stato stroncato dalla Squadra mobile diretta da Vittorio Rizzi. Il bilancio è di nove persone arrestate per sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione (cinque sono donne e uno è italiano). Undici denunciati e quattro case sequestrate (due a Pietralata, in via Pescosolido, e altrettante vicino alla stazione Termini, in via Castro Pretorio), date in affitto a soggetti che erano in regola coi documenti. I provvedimenti rientrano in un'inchiesta più ampia, avviata nei mesi scorsi dal dirigente della sezione Criminalità straniera e prostituzione, Maurilio Grasso, che a marzo ha portato alla cattura di un ecuadoregno residente a Tor Sapienza che gestiva un bordello a Monteverde, dove si prostituivano tre giovani dell'America Latina. Nel complesso a Roma il gruppo poteva contare su quattordici case d'appuntamento (in centro, San Lorenzo, Tiburtino, Eur-Marconi, Prati, Casal Bertone, Trionfale, Parioli e Collatino). Gli uomini procuravano i contratti di affitto e sui siti porno inserivano immagini e annunci delle giovani (in archivio sono state trovate 500 foto). Le donne invece andavano a incassare: il 40% all'organizzazione (pagava l'affitto), il 60 alle ragazze (dovevano pensare a vitto e biancheria intima). Giro d'affari: circa mille euro al giorno a ragazza. Tariffe: da 50 a 70 euro a prestazione. Non più di tre giovani a bordello, per un periodo massimo di due mesi. Poi giravano: Ragusa, Napoli, Perugia, Vicenza, Torino e Milano.

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