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Occhio al bancomat incollato

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Agitareprima dell'uso. Non è una bottiglia ma il bancomat della banca dove si preleva denaro contante. La tastiera e la bocchetta dove s'inserisce la tessera potrebbero essere finte, applicate dai clonatori. Quindi non basta più coprire con l'altra mano quella che compone il numero segreto sulla pulsantiera, per evitare che la telecamera di un telefonino piazzato nel carterino in alto, che illumina il bancomat, da un piccolo foro possa spiare l'operazione. Il nuovo trucco lo hanno scoperto i carabinieri del Nucleo radiomobile del colonnello Mauro Conte con l'arresto di tre studenti russi, due ragazzi di 28 e 23 anni, e una ragazza di 21: passati dalla Repubblica ceca, a Roma da quattro giorni, alloggiati in due stanze di un hotel di Tor Bella Monaca. L'altra notte al Torrino una pattuglia del Radiomobile nota una Renault Megane coi giovani a bordo, ferma vicino a uno sportello bancomat. I militari si avvicinano e domandano ai tre che ci fanno lì. Loro sono nervosi, danno mezze risposte. Quando i carabinieri controllano il portabagli scoprono il perché. La Renault era un'officina su quattroruote con tastiere bancomat, becchi di plastica verde, identici agli originali, quelli che ingoiano la tessera e la restituiscono dopo il prelievo. E poi saldatori, batterie di alimentazione e tante microcard. Per montare i congegni impiegavano otto-dieci minuti. Il pianale con pulsantiera veniva applicato sopra quello del bancomat vero, assicurato da alcuni potenti nastri biadesivi. Quando l'ignaro cliente digitava il pin in realtà usava la tastiera fasulla alla quale era collegata una sim, come quella del telefonino, che memorizzava i dati. Per clonare il codice della banda magnetica bancomat, invece, con una particolare presa - simile a un fon a bocca quandrata - scaldavano il becco verde fino a squagliarlo e poi sopra applicavano l'altro con all'interno un'altra sim. Tutti e due i codici - di pin e scheda magnetica - venivano trasmessi dalle sim con un collegamento wireless (senza fili) al computer dei predoni informatici a poca distanza. Nel loro navigatore, i carabinieri hanno trovato venti indirizzi di banche, concentrate all'Eur e Torrino. Sequestrate 17 lamiere bancomat, 15 sim card, 254 carte magnetiche, 9 becchi verdi e 12 mila euro. Altri 15 mila li avevano versati nella Repubblica ceca prima di sbarcare a Roma. Fab. Dic.

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