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Il Colosseo rinasce in estate

Alemanno

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Arriverà in estate. Dopo anni di parole sul restauro del Colosseo arrivano ora i fatti. A dare l'annuncio è stato lo stesso Alemanno al rientro dal Giappone, dove almeno un imprenditore si è già reso disponibile a contribuire alla riqualificazione del monumento più famoso del mondo con un milione di euro. I lavori, per 23 milioni di euro, sono «urgenti - ha sostenuto il sindaco - il Colosseo non può rimanere in questo stato. Il restauro deve partire prima dell'estate e per questo lanceremno una staffetta di imprenditori romani, nazionali e internazionali che possono concorrere insieme». A capo della cordata, Diego Della Valle, mentre ieri Aurelio Regina, presidente della Uir, ha assicurato che «anche le imprese romane faranno la loro parte». Una cordata «illuminata» insomma per il restauro e la salvaguardia del Colosseo che, comunque, sta procedendo con interventi «minori» per un totale di circa 2,7 milioni e che consentiranno «entro l'estate - ha assicurato il sottosegretario ai Beni culturali, Francesco Giro - di aprire tutto il Colosseo, anche gli ipogei e il terzo ordine chiusi al pubblico da decenni». Un passo importante dunque ma non fondamentale. Per il restauro completo e strutturale dell'Anfiteatro Flavio occorrono milioni di euro. Occorrerà tuttavia vigilare sulle procedure delle sponsorizzazioni per non cadere negli errori del passato. A ribadirlo il deputato Pdl, Fabio Rampelli che ha presentato un'apposita interrogazione a Montecitorio. «Il Colosseo, simbolo di Roma e dell'Italia nel mondo, versa da decenni in condizioni indecenti di un paese civile anche a causa di una nota e triste vicenda di mancata sponsorizzazione da parte della vecchia Banca di Roma, oggi assorbita da Unicredit - ricorda Rampelli - mi auguro che il noto istituto di credito che ha utilizzato l'Anfiteatro Flavio come veicolo di pubblicità a prezzi stracciati sia compreso tra quei soggetti privati coinvolti dal Campidoglio nel tanto atteso restauro. In caso contrario la città dovrà chiedere adeguato risarcimento agli eredi della Banca di Roma, la quale espose il suo marchio sul Colosseo per almeno 3 anni nell'attesa che le Soprintendenze decidessero la tecnica di restauro più idonea, con l'impegno di finanziare integralmente il restauro». Il messaggio è chiaro: errare è umano perseverare sarebbe, oggi più che mai diabolico.

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