Arrestati sindacalista e finto ufficiale
Chiesti 60 mila euro a un imprenditore per distruggere presunte intercettazioni
.A proporre l'affare un sindacalista della Cgil Funzione pubblica e un sedicente colonnello dei carabinieri che avrebbe dovuto distruggere le prove. Li hanno arrestati lunedì i carabinieri veri, del Nucleo investigativo di via In Selci coordinati dal maggiore Bartolomeo Di Niso. L'accusa è di tentata estorsione. Le manette si sono strette ai polsi di Mauro Ponziani, 63 anni (il sindacalista) e Pasquale Liguori, di 52, napoletano (che si spacciava per ufficiale). Vittima mancata un imprenditore della sanità, Manfredino Genova, 56 anni, amministratore di una casa di cura a Colle Cesarano, della comunità terapeutico-riabilitativa Villa Madama, a Castel Madama, e di Villa Serena, a Montefiascone, nel Viterbese. Da ex caposala all'ospedale San Camillo, Ponziani era passato alla Cgil, dove sino all'altro ieri era funzionario nazionale della Funzione pubblica, subito sospesa da iscritto del sindacato dopo la notizia dell'arresto. Fino a dieci anni fa Ponziani è stato esponente dello stesso settore ma a livello regionale: si occupava di questioni legate al mondo del lavoro nella sanità, e quindi si interessava pure di dipendenti e imprenditori di quella privata. Ponziani e Genova, quindi, si conoscevano da vecchia data. Non è chiaro ancora come e perché sia balenato il losco affare. Stando alle indagini coordinate dal comandante del Reparto operativo, il colonnello Salvatore Cagnazzo, circa due mesi fa Ponziani e il finto colonnello si presentano dall'imprenditore Genova raccontandogli una brutta storia che lo riguarderebbe e che loro potrebbero risolvere: i carabinieri stanno indagando su di lui, l'arresto è vicino, alcune intercettazioni telefoniche lo incastrerebbero, ma il "colonnello" Liguori può risolvere tutto. Basta pagare. Si parla di 60 mila euro. L'imprenditore non ci crede però mangia foglia. Coi due sta al gioco e poi va a raccontare tutto ai carabinieri di via In Selci. Il primo pagamento pattuito è di tremila euro. L'appuntamento è fissato in un bar di piazzale Re di Roma, all'Appia Nuova. Genova ha l'istruzione di presentarsi al punto stabilito a bordo di un taxi. Entra, vede il "colonnello" e il sindacalista e consegna i soldi. I militari filmano e poi entrano. Il teatrino è finito.