Roma è un suk, uno di quei mercati africani dove non è il cliente a scegliere cosa comprare, ma è il venditore a scegliere chi compra prendendolo per sfinimento.
Oggiparliamo di venditori ambulanti abusivi. Un argomento che fin dai tempi di Rutelli abbiamo rivoltato come un calzino per capire dov'è che s'inceppa la macchina e perché non riusciamo a liberare le strade del Centro e della periferia da questa piaga. Eppure non siamo noi a dover risolvere il rebus. Questo è compito degli amministratori. Il nostro è denunciare il fenomeno. Alemanno ha deciso di giocare la carta dell'ordinanza «anti-borsone» contando di intimorire con lo spettro di una bella contravvenzione clienti e vu' cumprà. Ma non serve a niente. Quelle multe non le pagherà mai nessuno: né gli abusivi, per la maggior parte extracomunitari nullatenenti, né i turisti di passaggio che acquistano dai banchetti. Tutta carta sprecata, e l'ambulantato abusivo, nella Capitale, resta un problema senza soluzione, essenzialmente per tre motivi: il primo è la mancanza di uomini e risorse per un monitoraggio costante del territorio; il secondo le lungaggini burocratiche in cui incappano gli agenti ogni volta che fermano un abusivo, magari clandestino; terzo, ma non ultimo, una giustizia che rimprovera invece di punire un comportamento che non danneggia solo il decoro urbano, ma mette in ginocchio i commercianti che pagano le tasse.