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Nuovi vespasiani a pagamento

I bagni pubblici alle Terme di Caracalla

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Fu l'imperatore Vespasiano a introdurre nell'antica Roma la tassa sulla pipì. E in perfetta sintonia con il motto «pecunia non olet» per poter entrare in uno dei nuovi bagni pubblici bisognerà pagare un euro. Saranno quattordici, tutti nel centro storico. Dovrebbero essere pronti il prossimo anno. Aria condizianata, illuminazione e scarico automatico, macchinette con bottigliette d'acqua. Insomma, saranno modernissime toilette hi-tech abbinate a punti di informazione turistica. Al piano sotteraneo i gabinetti, sulla strada gli info point in tre lingue. Un progetto su cui il vicesindaco Cutrufo sta lavorando da un anno e mezzo in sintonia con la Soprintendenza ai Beni Culturali. «Quando avremo l'ok definitivo potremo far partire il bando», assicura Cutrufo. I nuovi bagni pubblici, infatti, non saranno poi più tanto «pubblici» visto che verranno gestiti dai privati. I moderni vespasiani saranno realizzati all'interno dei bagni pubblici già esistenti (sei dei quali attualmente sono chiusi). In pratica si tratterà di una ristrutturazione completa per offrire un servizio degno di una Capitale europea. Dei quattordici bagni tre sono ancora da definire. Gli altri undici si troveranno a piazza di Spagna, largo Argentina, piazza dei Cinquecento, piazza Risorgimento, Colosseo, Terme di Caracalla, Villa Borghese, piazzale Flaminio, San Giovanni in Laterano, via Zanardelli e piazza Sonnino. Saranno toilette che resteranno aperte tutto il giorno. «Dovranno chiudere solo a tarda sera - spiega Cutrufo». Poi c'è la questione del costo da pagare per liberarsi dei propri bisogni. Per il vicesindaco è una cosa del tutto ovvia: «È normale che si debba pagare un euro per un servizio moderno ed efficiente. D'altronde rientra nella media di tutte le Capitali europee».

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