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La televisione non educa È legata solo al profitto

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E,quindi, subisce le stesse regole dello show business: l'audience è l'obiettivo, l'educazione non è una priorità». Anna Oliverio Ferraris, docente di Psicologia dell'età evolutiva e autrice del recente libro «Chi manipola la tua mente», non ha dubbi: sono padri e madri a dover filtrare le notizie imbarazzanti o scabrose e offrire ai figli la loro interpretazione. In che modo, professoressa? «L'informazione odierna, soprattutto nel caso specifico, può ingenerare confusione nei giovani riguardo la loro identità sessuale. I genitori devono spiegare come funzionano i media». Accettando l'attuale situazione? «Bisogna prendere atto che la tv non educa ed è legata alla legge dell'audience e del profitto». E le fasce protette? «Quelle non vengono rispettate da tempo. Non ci si può aspettare dalla tv un ruolo protettivo dei minori. I genitori devono controllare cosa vedono i figli. E poi, comunque, il messaggio che passa è che si diventa famosi con "Amici" e il "Gf". E un criminale come Guido Izzo è importante perché appare e gli si dedica molto tempo». D'altra parte, non c'è stato un fan club anche per Pietro Maso, il giovane che massacrò i genitori?». Ma.Ga.

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