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Bimbi confusi dai viados in tv

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Lorosono disorientati, confusi, turbati. I genitori, invece, preoccupati, imbarazzati e costretti a correre ai ripari. Effetti del massiccio flusso di informazioni che i telegiornali hanno scaricato sul pubblico in fascia protetta durante e dopo l'esplosione del «caso Marrazzo». A creare problemi alle famiglie è stato il modo in cui i giornalisti hanno trasmesso le notizie su «travestiti» o transessuali coinvolti nell'inchiesta sull'allora governatore del Lazio. Nel mirino i termini quasi sempre al femminile per definire persone che, pur rispettando le loro scelte, fisicamente non possono certo essere considerate «donne». Infuriati per l'assenza di filtri protettivi, papà e mamme hanno acceso il computer e si sono rivolti all'Associazione per la tutela del minore, presieduta da Maria Carsana. Molto simili le lamentele pervenute via internet. «Premettendo che i telegiornali vengono mandati in onda nei periodi della giornata in cui le famiglie si riuniscono a pranzo o a cena - scrive un sottoufficiale della Marina Militare - trovo inopportuno, se non scandaloso, che quando si parli di "trans" o "viados" si utilizzino articoli femminili. Non è facile rispondere alle domande incalzanti dei più piccoli. Parlare di costoro al femminile potrebbe risultare un indubbio fattore confusionale per un bimbo o, ancor più, per un adolescente in fase di prime "esplosioni" ormonali». Un altro papà, che si dice indignato, riferisce del «turbamento dei nostri figli adolescenti nel sentire in tv etichettare al femminile una persona di sesso maschile». Un terzo definisce la «veicolazione dei media altamente violenta e distorta» e si chiede quale impatto può avere «su quei ragazzi che non possono contare su una famiglia vera e unita». Ed è proprio quest'ultimo aspetto che viene sottolineato da Maria Carsana: «Immaginiamo - spiega - i danni che tale informazione ha potuto arrecare a quei bambini e ragazzi che, non avendo famiglie solide o non avendo un buon dialogo con esse, si sono trovati disorientati senza la possibilità di chiarire l'equivoco con gli adulti».

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