Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

I truffatori dell'oggetto perduto

Polizia

  • a
  • a
  • a

«Signora, ci sono degli occhiali davanti alla sua auto». Lei scende, guarda, il complice ne approfitta, apre lo sportello dall'altra parte e fila via con la borsa. Eccolo il trucco messo a punto dal clan Bevilacqua: marito, moglie e figlio: di 51, 46 e 22 anni. Li hanno arrestati l'altro ieri gli investigatori del commissariato Spinaceto diretto da Maria Sironi, dopo circa sei mesi di indagine. L'accusa: associazione per delinquere finalizzata a truffa e rapina. Alla fine del 2009 arrivano sul tavolo dei poliziotti le denunce di una ventina di signore. Tutte raccontano di aver subito lo stesso trucco, all'uscita del supermercato o dell'ufficio postale. Chi se ne era accorta in tempo era stata addirittura fermata con la forza, quindi rapinata. Partono le indagini. Gli agenti della squadra giudiziaria si appostano, osservano e notano. I Bevilacqua sono zingari partiti da Napoli, venuti a Roma dormendo in camper dove capita, talvolta appoggiandosi in un campo nomadi. Nel capoluogo partenopeo hanno fatto pratica, tanta pratica. Il capo clan, Domenico, era famigerato: era la mente del raggiro, ed era stato lui ad aver perfezionato le fasi di un furto che è vecchio e risaputo, ma che la destrezza dei Bevilacqua lo ha reso un'attività di pochi minuti e redditizia, razziando non solo portafogli ma anche pensioni. In un caso il bottino è stato di 1.500 euro. I compiti erano stabiliti. La donna del gruppo, Anna, sceglieva le vittime selezionandole tra quelle avanti con l'età, dopo averle studiate cercando di valutare reattività e prontezza. Il compito finale era attendere in macchina gli altri due familiari, in fuga dopo aver il colpo. Il capo, Domenico, dava il via all'operazione: gettava a terra occhiali, chiavi o cellulare. Poi: «Signora, c'è un oggetto davanti all'auto». La vittima scendeva, raccoglieva la cosa "persa" e andava a parlare sempre con Domenico che la intratteneva. Quindi entava in azione il giovane, Alfonso: guardava nell'auto, apriva la portiera o, se il finestrino era aperto, infilava la testa nell'abitacolo e prendeva la borsa. La polizia ha filamto filmato tutto. L'altro aieri le manette ai tre.

Dai blog