Alemanno è partito ieri per il Giappone.

Conlui ci saranno anche alcuni liceali e l'assessore alla Scuola Laura Marsilio. Ma dietro al progetto «Ripercorrendo la storia del XX secolo. Viaggi nella memoria. Per non dimenticare la tragedia del '900», c'è dell'altro. A cominciare da una serie di incontri istituzionali bilaterali e imprenditoriali «per rilanciare il turismo nipponico a Roma». Ma dietro ancora al turismo c'è il capitolo Olimpiadi. Se ne parlerà, questo è sicuro. Lo ha detto anche Alemanno. Potrebbe essere addirittura architettato uno scambio di questo tipo: Tokyo non presenterebbe la sua candidatura a città olimpionica per i Giochi del 2020. Roma, da parte sua, darebbe una mano ai giapponesi per quelle del 2024. Per Tokyo, tra l'altro, fare un passo indietro non sarebbe un'importante rinuncia. Il malumore ancora serpeggia tra le isole dell'arcipelago a causa di quell'occasione persa per un pelo quando il Brasile ha sfilato proprio a Hiroshima e Nagasaki, all'ultimo momento, le Olimpiadi del 2016. Le due città «atomiche» avevano tirato fuori fior di yen per prepararsi. Una spesa che lo «scippo» del presidente sudamericano Lula ha reso inutile e amara. E visto che anche per il 2020 gli avversari, Roma inclusa, sono temibili, il Giappone potrebbe ripensarci. Sempre che Alemanno sia disposto a restituire poi il favore.