Come ti raggiro il turista
L'acchiappaturisti, la guida e tredici euro. Inizia tutto così. Si finisce con le tasche sgonfie e 45 euro in meno nel portafogli. È il racket del turismo romano. Tra centurioni, depliant, pranzi, ricordari, soldi in nero e spiegazioni sommarie sulla Città Eterna. È una giornata qualunque nella Capitale. I visitatori sono migliaia. Arrivano davanti al Colosseo. Da tutte le direzioni. Dalla metro B, da via dei Fori Imperiali, via Labicana, dal Circo Massimo. E a ogni varco ci sono loro, gli acchiappastranieri. Sono chiamati anche galoppini, o gallinelle. Sono il primo anello di una grande catena che porta a un conto salato. «Do you speak english?», dicono alla coppia zaino in spalla e fotocamera in mano. «Yes». E se si fermano è fatta. L'acchiappaturista, con un distinto inglese, spiega che è possibile fare il tour guidato del Colosseo, del Palatino e del Foro Romano. Costa tredici euro. Un affare. La coppia non se lo lascia sfuggire. La gallinella li porta da due ragazze. Loro non sono le vere guide. Smistano i turisti. «Vi hanno spiegato tutto?», chiede una. «Tredici euro per la guida più i biglietti: fanno 25 euro a persona». Il conto è già raddoppiato. Ma questa è Roma. «Ok, ecco i soldi». In cambio una ricevuta. C'è scritto: guide tour 24 euro. «Sorry, ma non paghiamo 25?». «Yes, ma un euro sono di tasse quindi non lo scriviamo». Ok. E la coppia alle 12.15 viene accompagnata dalla guida che già da quindici minuti sta raccontando la storia della città al resto del gruppo. Ad ascoltare la signorina con il fazzoletto rosa e grigio attaccato al bastoncino, ma senza tessera da guida, ci sono 19 persone. Sedici di queste hanno pagato 25 euro, tre «solo» 19,50 perché minorenni. In totale è un gruppo da 458 euro e 50 centesimi. Per ora. Finalmente si parte verso l'entrata. Ma c'è prima un'altra tappa. Il banchetto di fronte l'accesso vende depliant e ricordi di Roma. La guida prende un libro. «Vedete, stiamo per entrare qui». Lo sfoglia. «Ecco come è il Colosseo, e con questa pagina trasparente che si sovrappone ecco come era all'epoca dei romani. Costa dieci euro, prendetelo». I due ragazzi lo comprano, altri no. Ora si può entrare. Senza fila. Si passa nel corridoio dei gruppi dove ricompare la ragazza che smista i visitatori alle guide. È lì all'ingresso assieme un'altra signora che si destregga bene tra gli addetti ai lavori. In un attimo si passa. Così, dopo aver sborsato 25 euro, aver ascoltato un'introduzione alla Roma antica, comprato un catalogo da dieci euro, si può ammirare il Colosseo e le sue meraviglie. Finisce tutto alle 13.18. Quando la guida spiega: andate a mangiare, avete un'ora, poi ci vediamo tutti all'uscita e lì vi aspetterà un'altra signorina per portarvi al Palatino. Ma uscendo dall'Anfiteatro Flavio non può mancare la foto col centurione. Anche qui prezzo di «favore»: dieci euro. E sono 45 a persona. Ore 14.40. Si riparte dopo pranzo. Ma il gruppo è più numeroso. Ne hanno uniti due. Stavolta l'accompagnatrice è più giovane. L'inglese più spigliato, non è italiana. Non esibisce il tesserino da guida. Però il Palatino è lì. Si va. Ai tornelli si presenta con un mazzetto di biglietti. I visitatori passano. I biglietti pure. I ticket vengono restituiti alla capogruppo. Poi inizia la spiegazione nel museo a cielo aperto. I turisti la seguono. Ascoltano. E la seguono. Ma è alle 14.45 che arriva l'ultima sorpresa. La guida dice: «Allora, quello è il Foro Romano. Oggi non andremo lì. Vi spiego cos'è. Poi, se volete, potete passarci». Eppure il Foro, come il Colosseo e il Palatino era compreso nel prezzo. Così, sotto l'Arco di Tito la visita viene bruscamente interrotta. I due giovani zaino in spalla e fotocamera legata con un laccetto al polso se ne vanno. Tornano nel piazzale di fronte al Colosseo. Forse c'è ancora l'acchiappaturisti per chiedere spiegazioni. Quello che vendeva il tour a tredici euro. No, non c'è. Anche le altre gallinelle non si vedono più in giro. Qui si lavora solo fino a ora di pranzo. Poi si mangia.