Agguato incendiario al capitano
Per la legge dei Casamonica, chi appartiene al clan può ogni prepotenza, anche dare fuoco a un ufficiale dei carabinieri. È successo davvero l'altro ieri mattina a Morena, nel territorio di Ciampino, giornata da paura conclusasi con due arresti e cinque denunce. I militari dovevano fare alcune perquisizioni nelle due regge dei Casamonica, legate a un'indagine su un altro appartenente al clan di zingari diventati faraoni dedicandosi a droga e usura. In corso d'opera i carabinieri si accorgono che una villa - con illuminazione, telecamere e impianti hollywoodiani - ha il contatore Acea manomesso: conta il 30 per cento in meno dei consumi reali. E notano pure che nell'altra residenza, sempre nella stessa proprietà, l'allaccio è abusivo, attivitato di nascosto portando corrente al sistema elettrico della villa di 700 metri quadrati e alla dependance poco distante. Sul posto ci sono gli ispettori Acea. I militari cominciano a scrivere il verbale-denuncia ai due titolari della villa dei Casamonica. Le donne strepitano, urlano. Una si fa avanti. Si chiama Gelsomina Di Silvio, 50 anni. In mano stringe una bottiglietta d'alcol. Prima sembra che voglia svuotarsela addosso e darsi fuoco per protesta. Poi, quando le si avvicina il comandante della Compagnia di Frascati, il capitano Giuseppe Iacoviello, cambia idea. Il liquido lo getta su di lui. Afferra l'accendino, con la figura impressa di Diabolik e la nuvoletta «Il tesoro è qui», e prova ad appiccare le fiamme. L'ufficiale è lesto. Intervengono gli altri militari per fermarla, e intervengono pure i Casamonica. Bilancio: lei arrestata per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale (notte in cella, ieri mattina convalida del fermo dal giudice della direttissima e poi a piede libero) e tre denunciati per lo stesso reato. I provvedimenti non sono finiti qui. Sempre l'altra mattina i carabinieri di Frascati hanno notificato in carcere un'altra ordinanza di custodia cautelare a Guido Casamonica, 35 anni, ammanettato l'8 marzo per aver minacciato e poi picchiato un marmista iraniano, "colpevole" di aver osato chiedere i soldi pattauti per i lavori alla villa del boss alla Borghesiana. Il provvedimento bis ricapitola una vicenda analoga: Guido Casamonica avrebbe preteso da un altro artigiano ancora lavori nella sua reggia liquidandolo con l'anticipo di 4 mila euro su un preventivo di 25 mila. Usando il solito ritornello: «Sono un Casamonica, devi fare quello che dico o sfascio tutto». Dopo l'arresto di marzo, l'artigiano ha preso coraggio è ha denunciato.