La crociata di Alemanno per il Piano regolatore
Un filmato di pochi minuti con le immagini della trasformazione urbanistica della Capitale dal passato al presente, pensando ovviamente al futuro. È iniziata così la due giorni di studio internazionale sui «modelli di trasformazione urbana». La passerella delle dieci «archistar», impegnate a Roma in un dibattito sullo sviluppo urbanistico della Capitale senza precedenti, è partita un pò «in sordina». Dal caos dell'organizzazione per un numero inaspettato di spettatori alla consueta «timedezza» del principio. È andata meglio nel pomeriggio quando, complici tavole rotonde mirate, i «big» dell'architettura mondiale hanno iniziato a parlare di progetti concreti per lo sviluppo della città. A dare il «la» al primo workshop internazionale sui grandi temi dell'urbanistica, il sindaco Alemanno che detta subito le linee politiche per il futuro della Capitale. «Una città come Roma non può prescindere da contributi di questo livello né può estraniarsi dal grande dibattito che investe i processi di trasformazione urbana a livello globale. Non ci saranno scelte elitarie che condizioneranno il volto urbanistico e architettonico della Capitale - assicura Alemanno - crediamo in un'urbanistica e in un'architettura in cui la competenza tecnica e professionale viene messa al servizio dei bisogni e del sentimento della maggioranza». Il «no» deciso all'architettura fine a se stessa è la premessa dalla quale partire per affrontare le due grandi sfide: un nuovo equilibrio tra i valori storici e artistici e la vita pulsante della metropoli da una parte e ridare identità e dignità alle periferie. Tutto questo però ha bisogno di uno strumento vitale, il Piano Regolatore Generale. Sotto questo punto di vista il sindaco ha sferrato un attacco senza precedenti, nell'attesa, il prossimo 13 aprile della pronuncia del Consiglio di Stato sulla sospensiva del piano urbanistico. Sotto accusa le sentenze del Tar che rimettono in discussione la quota di edificabilità riservata al Comune e il contributo straordinario e le ripetute sentenze della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo e della Corte Costituzionale che hanno sancito il principio secondo cui l'esproprio non può avvenire dietro pagamenti di indennità che si discostano sensibilmente dal valore venale dei beni. «Questo ha reso estremamente onoresa l'attività di esproprio, con ricadute gravissime soprattutto sull'edilizia popolare - ha spiegato Alemanno - Se le aule dei tribunali non fermeranno questa deriva di carattere privatistico che sta indebolendo la capacità dei Comuni di difendere il bene comune nel processo edificatorio, sarà necessario protare la questione nelle aule parlamentari con interventi anche di carattere costituzionale, per ridare alle Pubbliche amministrazioni la capacità di programmare realmente la trasformazione del territorio secondo un principio di vivibilità e di equità complessiva». Un attacco durissimo, quello del sindaco, consapevole che la prima grande sfida da vincere è proprio quello di fare chiarezza sulle nuove regole urbanistiche della città. Un auspicio ribadito con forza dall'assessore capitolino, Marco Corsini. «Dal Consiglio di Stato ci aspettiamo un pronunciamento definitivo e chiaro». Non solo regole tecniche però. Occorrerà «accompagnare» la città in questo nuovo percorso urbanistico. Un'esigenza questa espressa ieri in una lettera aperta dai presidenti dei Municipi capitolini di centrosinistra, già in passato ben poco partecipi alle scelte strategiche per la Capitale. Alemanno potrebbe ben dare anche sotto questo punto di vista un segno di discontinuità con le precedenti amministrazioni.