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"Il test del Dna non incastra il guru"

L'arresto di Danilo Speranza

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«Danilo Speranza non è il violentatore delle due ragazzine, il Dna non lo incastra, non ha truffato, l'associazione Re Maya non era una setta e lui non era il guru». Morale della difesa: le indagini dell'VIII Gruppo della Municipale coordinate dalla procura di Tivoli sarebbero state un fiasco, «solo suggestioni». Combattivo e attrezzato, ieri pomeriggio al terzo piano di un hotel della capitale, il pool difensivo di Danilo Speranza - arrestato il 16 marzo per presunta violenza su due minori e truffa ai danni di alcuni associati, in sciopero della fame dal 1° aprile - ha lanciato la sua controffensiva. Dietro al tavolo gli avvocati Gabriella D'Agostino e Dario Masini, il legale dell'associazione ormai disciolta, l'avvocato Barbara Pontieri, il criminologo Carmelo Lavorino e l'ingegner Pierpaolo Dell'Omo. Ad aprire le danze Dario Masini: «Le due ragazzine - esordisce - hanno portato all'accusa degli indumenti intimi sui quali dovevano esserci tracce biologiche di Speranza, dei presunti abusi: ancora aspettiamo i risultati del test del Dna, non c'è traccia di liquido seminale». Altra bordata, riferita alle condizioni di salute dell'indagato, a dire dei legali e dei medici Vincenzo Pascali e Sergio Longhi, incompatibili con la presunta violenza. «Speranza - prosegue Masini - soffre di diabete e ipertensione, gli esami clinici eseguiti sin dal 2008 (due anni dopo le presunte violenze, ndr) dimostrano che non poteva esserci erezione completa e quindi penetrazione, neppure usando viagra e cialis, o un farmaco più potente». Le ipotesi di truffa sono il terzo capitolo. «Speranza - continua l'avvocato - si è sempre occupato di categorie deboli e gli associati partecipavano a questi progetti con la loro opera, volontariamente». E qui si inserisce la storia della macchina chiamata «distruttore molecolare», che il «guru» voleva acquistare per «sanare il dna degli associati». Qui risponde l'ingegnere: «Lo studio scientifico è del professor Umberto Manola, finanziato da Speranza: separa gli alimenti digeribili dagli indigeribili, in pratica aumenta la quantità di cibo. Speranza voleva debellare la fame nel mondo. La riparazione del Dna non centra». Lavorino assicura: «Nella mia carriera ho sempre e soltanto difeso innocenti. E Speranza lo è».

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