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Torrevaldaliga nella morsa Il sindaco chiude la centrale

La centrale Enel di Torre Valdaliga a Civitavecchia

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CIVITAVECCHIA - Undici indagati e una centrale ferma con ordinanza del sindaco. Pugno duro da parte delle istituzioni all'indomani del tragico incidente di sabato scorso al cantiere Enel di Torrevaldaliga Nord a Civitavecchia a seguito del quale ha perso la vita il 34enne di Tarquinia Sergio Capitani, intento ad operare, insieme a tre colleghi, per la manutenzione di un tubo di condotta contenente ammoniaca. Il sindaco Giovanni Moscherini, infatti, ha firmato nella serata di ieri l'ordinanza con la quale ordina la sospensione di ogni attività produttiva presso la centrale termoelettrica per quindici giorni consecutivi a partire da oggi. «Un morto all'anno è troppo: non possiamo permetterci il lusso di mandare la gente a lavorare con l'incertezza della sicurezza – ha spiegato ieri all'aula consiliare occupata da lavoratori e sindacati, tra gli applausi generali – per domani (oggi ndr) alle 11 è fissato un tavolo con tecnici di Ispesl, Inail, Asl e ispettorato del Lavoro con i quali verrà stilato un calendario per tempi e modalità di verifica. L'impianto sarà chiuso fino ad un primo esito dei controlli che proseguiranno comunque anche in seconda fase dopo il riavvio della centrale». E ieri, in un Comune occupato dagli operai che già avevano incrociato le braccia fuori la centrale in segno di lutto, c'erano tra gi altri gli ingegneri Enel Roberto Renon (capo Generazione Italia), Calogero Sanfilippo (capo filiera carbone) e Ivano Ruggieri (capo centrale Tvn), il presidente della Provincia di Viterbo Marcello Meroi, i sindaci di Tarquinia e Viterbo, i direttori regionale e provinciale di Inail Antonio Napolitano ed Elvira Goglia, due funzionari della provincia di Roma. Non era presente la Regione Lazio, ma il presidente Renata Polverini è stata tenuta informata costantemente. Ha preferito recarsi, in forma privata a Tarquinia, a far visita alla famiglia di Capitani. «Se Moscherini è arrivato ad una decisione così drastica – ha poi commentato – avrà le sue buone ragioni. Se in questo Paese ogni anno si consuma una tragedia così grande e con tanti morti, vuol dire che non tutti rispettano le regole, non tutti fanno quello che dovrebbero fare. Per quello che mi riguarda ci metteremo subito al lavoro per dare delle risposte importanti». Il sindaco ha anche annunciato di avviare una verifica parellela su aziende, contratti di lavoro e i trattamenti salariali, attivando gli ammortizzatori sociali per gli operai che rimarranno fermi. Intanto prosegue l'inchiesta della magistratura. Mentre il procuratore capo Gianfranco Amendola, numeri alla mano, ha ricordato come sia sempre alta l'attenzione degli uffici di via Terme di Traiano nei confronti della sicurezza e del rispetto nelle norme nel cantiere, il sostituto procuratore Paolo Calabria ha iscritto ben 11 persone nel registro degli indagati: si tratterebbe di sette tra dirigenti e responsabili di Enel e di quattro tra la ditta Guerrucci, dove lavorava Capitani, e la Chiodi. L'inchiesta aperta per omicidio colposo è tuttora in corso per accertare l'esatta dinamica dell'incidente. Sul tema è intervenuta anche la Confindustria. «La sicurezza sul lavoro è un requisito essenziale in ogni azienda, ma chiudere un intero impianto è una decisione un pò esagerata, perché bisogna pensare anche agli altri lavoratori: che facciamo, li mettiamo in cassa integrazione» ha detto Samuele Gattegno, presidente del Comitato tecnico salute e sicurezza di Confindustria. Domani intanto verrà conferito formalmente l'incarico al perito della Procura, professor De Mari, per eseguire l'autopsia sul corpo di Capitani all'istituto di medicina legale di Tor Vergata. La famiglia del ragazzo, che si è affidata all'avvocato Davide Capitani, nominerà invece il dottor Oliva del Policlinico Gemelli come consulente di parte.

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