Due giorni per unire il centro alla periferia
Due giorni di conferenze, workshop e incontri con un team di grandi nomi dell'architettura contemporanea per ridisegnare il volto di Roma. Da domani, giovedì 8 aprile, all'Auditorio Parco della Musica è di scena il futuro della Capitale. Futuro, ovviamente, urbanistico: prenderanno infatti il via i lavori di «Roma 2010-2020: nuovi modelli di trasformazione urbana», la conferenza cittadina organizzata dal Sindaco Gianni Alemanno per raccogliere ipotesi e suggerimenti sullo sviluppo della città nel prossimo decennio. L'appuntamento costituisce la quinta tappa del Progetto Millennium, lanciato dall'Amministrazione capitolina il primo dicembre scorso, per mettere in campo risorse ed energie finalizzate alla realizzazione di 10 progetti strategici per la città di Roma. Progetti che dovrebbero, nelle intenzioni del Comune, ridisegnare la città liberandola delle contraddizioni urbanistiche e architettoniche che inevitabilmente si sono create nel corso della sua storia millenaria. La conferenza di domani, in particolare, è un ulteriore passaggio verso il Piano di Sviluppo Strategico di Roma Capitale. Un obiettivo, questo, caro all'Amministrazione capitolina e al sindaco in particolare, che a cinque mesi dal suo insediamento ha istituito la Commissione per il Futuro di Roma Capitale, presieduta dal Professor Antonio Marzano, proprio per occuparsi dello sviluppo della città. Soprattutto in vista della candidatura della città alle Olimpiadi del 2020, appuntamento a cui Roma deve presentarsi nella sua veste migliore. Ai lavori di domani parteciperanno alcuni dei più grandi esponenti dell'urbanistica e della sociologia contemporanea. Come, per citare solo alcuni dei partecipanti, Stefano Cordeschi, architetto e professore di progettazione architettonica di Roma Tre, il professore di urbanistica Paolo Colarossi dell'Università La Sapienza di Roma e Bruno Dolcetta, dello IUAV di Venezia. Accanto a loro un nutrito numero di architetti di fama internazionale, come Richard Meier, Leon Krier e i molti altri che hanno risposto all'invito del Sindaco. E che da domani si riuniranno all'Auditorium per discutere, davanti a un pubblico di addetti ai lavori e semplici cittadini, sul futuro della capitale. Mettendo a confronto l'idea che ognuno di loro ha di Roma, e lanciando ipotesi e suggerimenti per rendere la città più bella del mondo ancora più bella. E, soprattutto, più vivibile. Obiettivo dell'evento, infatti, è trasformare i suggerimenti in idee, e magari bandi progettazione, per realizzare a Roma opere contemporanee di qualità architettonica che possano non solo arricchire il patrimonio "monumentale" della città, ma anche e soprattutto incidere positivamente sulla qualità della vita dei cittadini romani. Un progetto in linea, insomma, con la visione di Roma come città bella da vivere, dal centro alla periferia, ma anche moderna, tecnologica, efficiente, fra gli splendori del suo passato. Una città che coniuga natura e arte, economia e inclusione sociale, accoglienza e sicurezza. Non è un caso, quindi, che la conferenza si centri soprattutto sulla riprogettazione e la riqualificazione delle zone della capitale meno utilizzate o meno vivibili. Tra queste, per prima cosa, verranno individuate le aree dismesse della città storica: zone demaniali, all'interno delle mura aureliane, che adesso sono mal sfruttate o ignorate e che invece, visto la loro collocazione ed estensione, potrebbero costituire uno dei maggiori vettori di crescita economica della capitale. A loro sarà dedicata la prima giornata dei lavoro con interventi, fra gli altri, di Meier, Krier, Burdett, Calatrava, Portoghesi e Fuksas. Il secondo giorno della conferenza, che vedrà unirsi al team di grandi nomi anche Renzo Piano, si concentrerà invece sulle periferie di Roma. Aree immense, che costituiscono il nucleo della Roma moderna, in contrapposizione alla Città Storica. È qui che vive la maggior parte della popolazione romana ma, a dispetto della loro importanza, sono proprio le periferie le zone più colpite da inefficienza e disservizi. Una situazione a cui il Comune spera, finalmente, di porre rimedio attraverso un percorso di riprogettazione e riqualificazione con cui si ridefiniscano i contorni e, come sottolinea l'amministrazione capitolina, l'identità stessa della Roma del futuro.