Grattacieli, riparte la sfida verticale
Nessuna costruzione, a Roma, può superare l'altezza del Cupolone. Del resto anche a Washington, con la cupola del Palazzo del Congresso, hanno i loro grattacapi e hanno detto ciao ai grattacieli. Non è una leggenda metropolitana e nemmeno una norma scritta. O meglio, non è scritta così. Ma il vigente regolamento edilizio della Capitale, datato 1931, si rifà a quello papalino, quando il Papa, a Roma, era il Re e il popolo era il popolo. Così, ancora oggi, per costruire un palazzo superiore ai 35 metri o ai dieci piani c'è da rimettersi a qualche santo in paradiso. Un cielo a cui negli ultimi anni ci si sta pian piano avvicinando progettando costruzioni che non hanno niente a che vedere con le torri newyorkesi ma che, per essere pensate a Roma, sono più che ambiziose. La sfida al Cupolone è stata lanciata addirittura dai costruttori della Moschea dei Parioli. Ma alla fine il minareto è stato abbassato, e di molto, rispetto al progetto originario. Il tetto dei 35 metri, o dei 10 piani, non è però un limite invalicabile. Già in passato si è andati oltre con la torre Eni. Il palazzo dell'Eur, costruito nel 1962, è alto 80 metri per un totale di 22 piani. Così quello dell'Inail, 72 metri, sempre all'Eur. Tutti e due all'Eur. E non è un caso. Il superamento del tetto massimo d'altezza dipende dagli indici di cubatura, che a loro volta sono misurati in relazione alla densità. Ciò significa che più si vuole andare in alto e più spazio intorno libero bisogna avere. Inutile immaginare i grattacieli di New York uno appiccicato all'altro. Roma non è New York. Tra le due c'è un oceano anche per questo. Fatto sta che negli ultimi anni grandi costruttori hanno presentato audaci progetti e immaginato i loro grattacieli puntando sul progetto delle centralità urbane, dove nella maggior parte dei casi è ancora tutto da pianificare e c'è spazio a sufficienza per andare un po' più in alto. Un esempio la torre Eurosky di Castelluccio targata Parnasi e progettata da Franco Purini che potrebbe sfiorare i 150 metri di altezza. O la Green Tower (green perché bio) di Fiumicino dell'architetto J.M. Schivo: circa 130 metri. E ancora la Torre Millennio per il futuro skyline della Muratella targata Gruppo Lamaro. La voglia di toccare il cielo con un palazzo insomma c'è. Così come non mancano le difficoltà. Certo è sicuro che se grattacieli saranno, saranno solo in periferia. L'esempio della Moschea docet, e non si trattava di appartamenti. Qualcuno forse ricorda ancora quel concorso di idee che andò in scena nel '98 per trasformare l'archittetura dell'area Tiburtina adiacente alla stazione. Parteciparono i grandi nomi dell'architettura, pardon, le archistar. C'era anche Renzo Piano. Ma alla fine non se ne fece niente. Lo sviluppo verticale della Città sarà uno dei temi trattati nel convegno che andrà in scena all'Auditorium domani e dopodomani. Un capitolo dell'urbanistica importante che viene trattato proprio mentre si cerca di risolvere quotidianamente il rebus agroromano sì, agroromano no.