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Nuovo indagato nel caso Marrazzo

Nella combo di archivio trans legate a Brenda: da sinistra, Barbara, Natalie e China

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I carabinieri della compagnia Trionfale accusati di aver ordito un ricatto ai danni di Piero Marrazzo e rapinato alcuni transessuali che gravitano nella zona di via Gradoli hanno goduto di coperture e protezioni da parte dei colleghi? È quanto intendono accertare gli inquirenti che indagano sui fatti cominciati con il blitz nel corso del quale l'ex governatore del Lazio fu sorpreso insieme con la trans Natalie. La necessità di un accertamento di questo tipo è scaturita dopo la scoperta che A.G., collega di Carlo Tagliente, Luciano Simeone, Antonio Tamburrino e Nicola Testini, coinvolti nell'inchiesta sul presunto ricatto a Marrazzo, avrebbe mentito a proposito di una denuncia fatta a lui da una trans che aveva indicato in Tagliente e Simeone i responsabili del furto di un telefono cellulare, di un iPod e di un orologio durante una perquisizione. Ad incastrare A.G., ora iscritto nel registro degli indagati per false dichiarazioni al pm, è stata la testimonianza di un collega il quale ha confermato che la trans si rivolse effettivamente a lui e al collega. Con l'iscrizione di A.G. nel registro degli indagati della procura, sale a sei il numero dei carabinieri indagati da quando è scoppiato il caso Marrazzo. Oltre a Tagliente, Simeone, Tamburrino e Testini (quest'ultimo accusato non solo del ricatto, ma anche dell'omicidio del pusher Gianguarino Cafasso) e A.G. per false dichiarazioni, c'è anche Donato D'Autilia, nei confronti del quale si procede per favoreggiamento nei confronti dei primi quattro colleghi. La posizione di D'Autilia, ritenuto una sorta di intermediario per la cessione del video in cui appare l'ex governatore Marrazzo, sembra tuttavia essersi ridimensionata negli ultimi tempi. Intanto è stata fissata per il 12 aprile prossimo l'udienza del Tribunale del Riesame sul ricorso presentato da Testini contro l'ordinanza di custodia cautelare emessa nei suoi confronti per l'omicidio di Cafasso, morto per una overdose di eroina mascherata da cocaina nello scorso settembre. Testini, che nel frattempo è stato trasferito dal carcere di Bari a quello romano di Regina Coeli, ha finora respinto l'accusa di aver ceduto al pusher Cafasso la dose di droga risultata letale. Non è escluso che il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e il sostituto Rodolfo Sabelli, titolari dell'inchiesta, possano sentirlo prima del 12 aprile. Infine a Piazzale Clodio si tende a ridimensionare l'attendibilità della testimonianza della trans Paloma, la quale ha raccontato di incontri con Marrazzo in uffici della Regione Lazio e di pagamenti con denaro proveniente da fondi destinati alla beneficenza. In particolare, le circostanze indicate dalla teste, a cominciare dalla descrizione dei luoghi in cui sarebbero avvenuti tali incontri (negati dallo stesso ex governatore Marrazzo) sarebbero contraddittori e, di conseguenza, non convincenti.

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