Il guru fa lo sciopero della fame e rifiuta i farmaci per il diabete

Puntano sul «clamoroso errore investigativo» i legali di Danilo Speranza, il guru dell'associazione new age Maya arrestato il 16 marzo scorso con l'accusa di violenza sessuale su minorenni e truffa aggravata. Gli avvocati intendono dimostrare come «l'intera impalcatura delle indagini si fondi esclusivamente su fonti di prova testimoniali accusatorie, che sono prive di riscontri obiettivi». I legali Mario Masini e Graziella D'Agostino annunciano che Speranza dal primo aprile 2010 «ha iniziato lo sciopero della fame e si rifiuta di assumere i farmaci per diabete e ipertensione: ritiene di essere già stato condannato prima ancora del processo». Una decisione presa dopo il rifiuto da parte del tribunale della libertà di annullare la custodia cautelare e di negargli gli arresti domiciliari. Dal carcere di Rebibbia, Speranza fa sapere che il suo «è il primo caso al mondo in cui un uomo dichiarato clinicamente impotente, viene accusato di violenza sessuale consumata con atti penetrativi». «Esistono - aggiunge - prove certe della mia patologia che non sono state valutate a sufficienza dal giudice che ha esaminato il mio caso. Altro fatto assolutamente sorprendente è che gli esiti del test del Dna sui reperti sequestrati alle persone offese, che avrebbero dimostrato l'inesistenza di mie tracce biologiche seminali sui loro indumenti, non sono state depositate nel fascicolo del processo, anche se oramai sono passati 4 mesi dall'inizio dei test». Il 17 marzo scorso però, interrogato dal gip del Tribunale di Tivoli Cecilia Angrisano, Speranza ha fatto scena muta e si è avvalso della facoltà di non rispondere. Speranza ha presentato una certificato medico, nel quale si accerta la sua presunta impotenza, rilasciatogli dall'ospedale Tor Vergata subito dopo aver appreso, nell'agosto del 2009, di essere indagato.