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Botte e stupro, in manette il branco

Un momento dell'arresto della banda

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I capelli arruffati, gli occhi vuoti. Hanno tutti la barba sfatta, il volto scuro di chi si è fatto le ossa a vivere ai margini. Solo il più giovane di loro, 16 anni compiuti da poco, ha ancora lo sguardo beffardo di un bandito alle prime armi. Sono sei, tutti romeni, i componenti del branco che la notte tra il 31 marzo e il primo aprile hanno aggredito, rapinato e massacrato di botte altri cinque disperati come loro, stranieri senza fissa dimora, violentando a turno una delle donne del gruppo. La feroce aggressione nel parco pubblico di Tor Marancia. I carabinieri della Compagnia Eur li hanno arrestati a poche ore dal raid con l'accusa di lesioni personali, rapina e violenza sessuale in concorso. Il più vecchio di loro ha 37 anni: nullafacenti, solo alcuni hanno precedenti per reati contro il patrimonio. Sono sciacalli che aggrediscono i relitti della società. In sei vivevano in una grotta tra via Cristoforo Colombo e viale Guglielmo Marconi, sotto gli occhi di tutti eppure invisibili. Come lupi si aggiravano nella notte per rubare a barboni e baraccati qualche spicciolo, una catenina fino a strappargli via di dosso le scarpe e i vestiti. Così hanno fatto l'altra notte quando hanno circondato le due tende dove dormivano i cinque stranieri, un algerino, un bosniaco, una moldava e una coppia di coniugi polacchi. Con bastoni e mazze li hanno picchiati fino a tramortirli, li hanno rapinati di 70 euro, di qualche oggetto in oro, dei documenti, perfino dei vestiti e delle scarpe. Ma non si sono accontentati e prima uno poi un altro, a turno, hanno stuprato la donna polacca, badante 54enne, sotto gli occhi del marito. Solo in due hanno agito col volto coperto, li hanno insultati e derisi con quell'accento romeno che le vittime hanno riconosciuto chiaramente. Stremati e feriti i cinque si sono trascinati fino alla vicina piazza Lotto in cerca di aiuto. Soccorsi dal proprietario di un ristorante, sono stati accompagnati in ospedale dove ancora si trovano due di loro: uno per la frattura ad una spalla ne avrà per un mese, l'altro per un braccio rotto si rimetterà in 35 giorni. Accertata dai medici la violenza subita dalla polacca, i carabinieri agli ordini del maggiore Rino Coppola hanno avviato immediatamente le indagini fermando il primo poche ore dopo in via Fatima vicino a una casa di riposo dove spesso i senza fissa dimora vanno a cercare un pasto caldo. Da questo, interrogato dagli investigatori, sono saltati fuori i nomi degli altri del branco: nel pomeriggio di giovedì è stato bloccato il secondo, in un giardino pubblico in via Cristoforo Colombo e poi, in serata, gli altri quattro sorpresi nella grotta. Una tana degna del branco, due gallerie disposte a croce con una fila di materassi e coperte buttati a terra tra pentole sporche, rimasugli di cibo e mozziconi di sigarette. Al vaglio dei militari c'è ora la possibilità che i sei possano essere i responsabili di un altro raid molto simile a quello avvenuto l'altra notte e subito da una coppia di stranieri la sera del 25 marzo in via Sartorio.

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