Stranieri a scuola, il tetto c'è
L'integrazione a scuola diventa realtà. L'applicazione del tetto del 30 per cento di stranieri per ogni singola classe, introdotto dal ministro Gelmini per dire addio alle scuole ghetto era finora poco più di un esercizio più politico che amministrativo. Oggi però arriverà sulle scrivanie dei dirigenti scolastici e funzionari educativi la circolare dell'assessore capitolino alla Scuola, Laura Marsilio, che detta le linee di attuazione della legge. Un passo decisivo per l'organizzazione delle iscrizioni nelle scuole comunali dell'infanzia che si stanno definendo proprio in questi giorni. I numeri dei bimbi non italiani iscritti nelle scuole dell'infanzia non sono ancora definitivi ma certamente supereranno di poco i tremila. Non è una grande cifra se paragonata all'esercito degli oltre 36 mila piccoli scolari dai 3 ai 6 anni. Quello che serve, insomma, è distribuirli in modo omogeneo nelle scuole del territorio. Ed è proprio questo l'indirizzo contenuto nella circolare Marsilio, nella quale si ricorda il regolamento del Comune, varato nel 1996 e dunque da una giunta di centrosinistra, che recita: «L'assegnazione alle classi di bambini stranieri è effettuata, ove possibile, raggruppando bambini dello stesso gruppo linguistico che, comunque, non devono superare di norma il numero di cinque per ogni classe». Insomma, quella del tetto stranieri è un po' la scoperta dell'acqua calda. La sfida dunque è nell'applicazione di leggi e regole che già esistono e che sono state ulteriormente definite dalla circolare del ministro Gelmini prima, dell'assessore Marsilio poi. Chiari gli indirizzi dettati dal Campidoglio per il prossimo anno scolastico: il numero di alunni con cittadinanza non italiana non potrà superare il 30 per cento degli iscritti in ciascuna scuola. Qualora si dovesse superare la soglia, come già scontato per la Carlo Pisacane di Torpignattara, «per attuare la corretta distribuzione degli utenti - si legge nella circolare - l'amministrazione porrà in essere ogni azione finalizzata ad assicurare, anche attraverso accordi di rete, la migliore integrazione di bambini». Queste situazioni verranno poi valutate caso per caso da un'apposito «gruppo per l'integrazione scolastica», costituito due giorni fa. In ogni Municipio ci sarà dunque un Gis che valuterà ogni specifica situazione, come ad esempio la presenza di bimbi stranieri nati in Italia o con fratelli che frequentano la stessa scuola o comunque un istituto limitrofo. Le condizioni per arrivare a scuole «normali» e a una giusta ed equa integrazione ci sono tutte. Sollevare polemiche in tal senso significherebbe attuare una politica squisitamente strumentale e, per giunta, ad urne chiuse.