Tabaccaio spara ai rapinatori e ferisce un passante in auto
Ha sparato ai rapinatori per difendere la madre minacciata con la pistola alla tempia dopo la seconda rapina subita nella stessa giornata, una a distanza di nemmeno un'ora dall'altra. Ma ha colpito un passante in auto, per fortuna di striscio, e il bandito è risalito in moto col complice ed è fuggito. Tragedia sfiorata ieri sera in una tabaccheria in via Gregorio XI 130/A, una traversa di via Boccea, una delle strade più commerciali e frequentate dai giovani nel quartiere Aurelio. L'esercizio commerciale è stato oggetto di due distinti colpi, tra le sette e otto di sera. L'uomo leggermente ferito alla gola, è un residente della zona, Michele Corcione, medico di 73 anni. Rincasava in auto quando uno dei due proiettili ha sfondato il finestrino della macchina. L'uomo pare fosse cliente della storica tabaccheria-cartoleria gestita da una famiglia, una coppia di coniugi sessantenni, conosciuti e benvoluti da tutti in zona. Insieme ai genitori lavora anche il figlio di 25 anni, il ragazzo che ha sparato per difendere la madre che implorava aiuto mentre il rapinatore la teneva sotto il tiro della pistola per convincere i familiari a farsi dare i soldi che non avevano più in cassa, prelevati da un precedente bandito. E ora i carabinieri della stazione Trastevere comandati dal maggiore Stefano Ranalletta sono alla ricerca di tre banditi italiani. Mentre il ragazzo pare sia stato denunciato per eccesso di legittima difesa. Il primo colpo alle 19.15. Entra un bandito col casco in testa e una sciarpa che copre il volto. In mano ha una pistola. La punta contro il bancone, dietro ci sono i tabaccai. «Fuori i soldi» intima, e la famiglia consegna l'incasso senza reagire: nel negozio c'è gente, si pensa a tutelarne l'incolumità. Passa mezz'ora, non sono neanche le otto e ci risiamo. Stavolta i banditi sono due, arrivano in sella a un maxi scooter. «Entrambi armati» racconteranno ai carabinieri. Anche loro hanno il casco in testa e una sciarpa sul viso. Ma solo uno entra. Vuole i soldi. In cassa però non c'è rimasto niente. La famiglia implora. «Andate via, non abbiamo più niente, ci hanno rapinato poco fa» spiegano terrorizzati. Ma il bandito non ci crede. Agita la pistola. E per essere più convincente la punta alla tempia della donna. L'afferra, la strattona, la minaccia. «Datemi i soldi o l'ammazzo» comincia a gridare. Marito e figlio implorano, giurano che è vero, che sono stati ripuliti dei soldi. La donna viene trascinata verso la serranda ed è in quel momento che il figlio per difendere la madre riesce ad afferrare la pistola e a sparare due colpi contro i rapinatori. Ma in quel momento passa il medico in auto, il proiettile sfonda il vetro laterale, ma Michele Corcione viene colpito non si sa se dal proiettile o dai vetri in frantumi, alla gola solo di striscio. Un miracolo. Lo soccorrono al San Carlo di Nancy, è quasi illeso. Mentre i banditi riescono a risalire sul maxi scooter e a fuggire.