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Il maresciallo Testini «Non ho ucciso Cafasso Con lui nessun litigio»

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Cosìsi è difeso ieri, durante l'interrogatorio di garanzia nel carcere di Bari, il maresciallo dei carabinieri Nicola Testini, arrestato con l'accusa di aver ceduto una dose mortale di droga allo spacciatore dei viados di via Gradoli, l'uomo coinvolto nel video-ricatto con un trans ai danni dell'ex presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo. «L'accusa di omicidio è assolutamente fantasiosa», dice dal canto suo l'avvocato Valerio Spigarelli, difensore di Testini. Questi, secondo quanto si è appreso, ha sottolineato di non aver preso assolutamente parte al blitz dei colleghi Carlo Tagliente e Luciano Simeone nell'appartamento della trans Natalì del 3 luglio scorso, nel corso del quale fu sorpreso Marrazzo. In quel periodo, ha detto, si trovava in provincia di Bari, dove risiede. Testini ha solo ammesso di aver fatto vedere il video girato dai colleghi a una persona. Il maresciallo ha pure negato di essere stato a conoscenza di una relazione custodita nella Compagnia Trionfale in cui si fa riferimento alla frequentazione di viados da parte di Marrazzo. La relazione è del 2008. Le indagini sul video partirono da uno stralcio di un'inchiesta della Dda di Firenze e del Ros di Livorno su un presunto traffico di cocaina, per il quale sono stati fermati ieri due uomini.

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