Minisindaci delusi dal verdetto
Il Lazio ha eletto Renata Polverini. Roma ha scelto, invece, Emma Bonino. Certo il 54,17% dei voti non è bastato alla candidata del centrosinistra per andare alla guida della Regione. Ma il dato fa comunque pensare. La Bonino è riuscita a espugnare sei degli otto municipi (II, IV, XII, XIII, XVIII) presieduti da esponenti del Pdl. Tra i territori di centrodestra che hanno premiato maggiormente la radicale c'è il IV. Più di diecimila voti di differenza tra le due candidate (53.437 contro 43.124) hanno sottolineato la scelta degli elettori che risiedono tra Montesacro e Trieste. Al riguardo dice di non essere «allarmato», bensì «preoccupato» il presidente Cristiano Bonelli. «La conquista di questo municipio due anni fa è stato un evento – afferma – Va considerato, però, che stavolta una fetta dell'elettorato non ha potuto esprimersi, a causa della mancanza della lista del Pdl. Di certo ora andremo avanti a governare con una Regione amica e il lavoro da fare sarà intenso». Anche il presidente del XII, Pasquale Calzetta, non si sente di prendere sotto gamba il favore degli elettori verso il centrosinistra (43.740 preferenze contro 38.743). «È un dato da considerare - spiega - Va fatto un ragionamento sull'intera città che ha premiato la Bonino e non solo su questo territorio». Per il presidente del Consiglio dell'Eur, Massimo Cacciotti, «i voti a favore del centrosinistra sono stati inferiori nel municipio rispetto ad altri. Comunque non possiamo festeggiare per il risultato sul territorio». Che gli elettori di Ostia abbiano preferito la radicale alla sindacalista per penalizzare l'attuale governo territoriale? Giacomo Vizzani lo esclude. «Possiamo aver avuto qualche incertezza per la mancanza di bilancio, ma nient'altro – dice il presidente del Tredicesimo, dove il 53% dei voti è andato alla Bonino e il 46,42% alla Polverini – C'è stato un disorientamento dell'elettorato di centrodestra, senza la lista del Pdl. Noi andiamo avanti per la nostra strada e se avremo lavorato bene, saremo riconfermati». Per Salvatore Colloca, capogruppo del Popolo della libertà in XIII, «le difficoltà ci sono, a causa dell'eredità del precedente governo. Ma anche l'affluenza bassa non ha giocato a favore». Riguardo ai voti ottenuti da Di Pietro, «quelli dovrebbero preoccupare il Pd più che il Pdl».