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Se il generale se ne va in pensione

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Ieriin via della Moletta ne è stato inaugurato un pezzo fondamentale, anche se c'è ancora tanto lavoro da fare. L'amministrazione Alemanno, pur se in ritardo, sta mostrando che la «sicurezza» non è solo uno slogan elettorale. Il sindaco ieri ha precisato che la Sala verrà completata entro 60 giorni. Il dipartimento per la Sicurezza del Comune guidato dal generale Mario Mori ha dunque due mesi per dare un "cervellone" al Sirs in grado di tracciare strada per strada, piazza per piazza, precise mappe del rischio cittadino. Ma per realizzare il "supercervellone" serve anche un milione di euro che fino ad ora non si è riusciti a trovare. Qualche ritardo, qualche soldo mancante. È bastato questo a convincere il generale Mori a non prendere la parola nel corso dell'inaugurazione? Era previsto un suo intervento, ma non c'è stato. Anzi se ne è rimasto in un angolo, rispondendo gentilmente alle domande dei cronisti. A Susanna Novelli, che gli chiedeva se avesse dei progetti futuri, Mori ha risposto con un lapidario: «Una bella e serena pensione». Ma Mori non ha per niente la faccia di uno che è già arrivato alla pensione. Probabilmente intendeva "in pensione" dal Comune di Roma. La sua uscita di scena sembra essere stata rimandata a dopo le elezioni. Ma conviene lasciarselo scappare? E a lui conviene "andare in pensione" con una SSR a metà? Matteo Vincenzoni

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