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Fare le foto al sederino dei bambini non è pedopornografia.

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L'afghanodi 42 anni era stato sorpreso la scorsa estate, a Ostia mentre scattava foto (13 in tutto) a quattro bimbi di spalle, con l'inquadratura che insisteva sul «lato b». Secondo la Suprema Corte, le norme europee - in particolare la decisione quadro 68/2004 che definisce la nozione di pedopornografia - non consentono l'incriminazione e men che mai l'arresto di chi si limita a ritrarre dei minori, anche se «posteriormente»», senza che i piccoli siano «coinvolti in una condotta sessualmente esplicita». Per i giudici «si può comprendere» che il comportamento di uno sconosciuto che immortala i piccoli sulla spiaggia «possa destare preoccupazione o allarme nei genitori,indotti a sospettare intenti più o meno malsani». Ma, fino a quando le intenzioni restano tali, «non si può incriminare il fotografo con l'aggiunta della carcerazione preventiva». Al massimo ci sta una multa per molestie. Conclusione? Mentre il legale dell'afghano si prepara a chiedere un congruo risarcimento danni, il presidente della Commissione per l'Infanzia, Alessandra Mussolini, sottolinea il suo «completo disaccordo con la sentenza». Mau. Gal.

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