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Pattuglie senza radio ma con lo stereo

Polizia municipale

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Chiamano la centrale con i loro telefonini, ma in compenso possono ascoltare lo stereo nell'auto di servizio. Un centinaio di vigili urbani hanno la "fortuna" di compiere il loro dovere in strada a suon di musica perché altrettante 100 Grandi Punto acquistate nel 2006 ancora non sono dotate della radio-veicolare di servizio che serve a comunicare con la centrale operativa. Hanno però la sfortuna di dover utilizzare i propri cellulari per far conoscere la loro posizione. Una questione di sicurezza, anzi di insicurezza, visto che gli impianti stereo installati sulle autovetture, per quanto possano amplificare il suono, non permettono agli agenti di essere rintracciati come assicurerebbe, al contrario, la radio di servizio. Duecento Punto acquistate dal Comune nel 1999 in vista del Giubileo giacciono oggi in depositi e nei parcheggi dei comandi capitolini. Dieci auto per venti Gruppi. Così, più o meno, furono distribuite le Punto nel 1999. Queste vetture sono vecchie e in molti casi inutilizzabili. Hanno fatto il loro tempo. Hanno solcato le vie della Capitale in lungo e in largo. Alcune sono rotte, hanno motori fusi o sono addirittura incidentate. Non possono essere riparate e finiscono di marcire, di arrugginire, in attesa di una rottamazione. Ma tutte e duecento hanno in comune una parte funzionante, un elemento che potrebbe essere smontato e installato su altre vetture che ne sono prive: la radio-veicolare. Il Tempo ne ha scovate tre, parcheggiate in un lotto d'asfalto compreso tra viale Parioli e gli uffici del II Gruppo. Un'area senza sistemi di videosorveglianza. Quelle tre Punto sono rottami. La muffa ha aggredito addirittura la plastica dei volanti e dei cruscotti. Sui tappettini e sui sedili sono cresciuti muschi e licheni. Poco male. Ma le radio-trasmittenti, funzionano? Il rappresentante sindacale della polizia municipale Gabriele Di Bella, in forze proprio al II Gruppo Parioli guidato dal Comandante Maurizio Sozi, dice di sì. Ma anche se fossero rotte, la solfa sarebbe la stessa. Passare anni al freddo e all'umidità dell'abitacolo di un'auto posteggiata in un'area non riparata significa condannare le attrezzature elettroniche funzionanti a una fine ingloriosa. Un vero schiaffo alla miseria se consideriamo che radio di quel tipo, per usi civili, possono costare anche 500 euro l'una. Ma soprattutto uno spreco se a Roma, in servizio, circolano un centinaio di nuove auto bianche e blu che devono accontentarsi dello stereo cd e dell'impianto Hi-fi di cui le ha dotate "mamma" Fiat. «È chiaro ed evidente - sottolinea Di bella - che siamo di fronte a una forte criticità operativa che non è soltanto un problema di comunicazione tra chi opera sul territorio e chi svolge attività di coordinamento in centrale, ma va a incidere sulla sfera della sicurezza poiché la radio è l'unico sistema di allarme e rilevamento in dotazione alle pattuglie». «L'ideale sarebbe un sistema nuovo, come il Tetra. Nell'immediatezza, però, sarebbe utile trasferire gli apparati funzionanti di auto e moto in disuso su mezzi che ne sono privi. Spero in un intervento incisivo dell'amministrazione in grado "di far cambiare musica" agli apparati in assenza dei quali c'è il rischio, concreto, di meritare un Tapiro d'Oro».

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