Il bestiario dei reclami

Le strade sporche, il vicino di casa che non fa la raccolta differenziata, gli autobus che ritardano. Ma i romani non si arrendono. Prendono carta e penna e scrivono alle aziende comunali. Lo fanno come possono: c'è chi non risparmia offese e chi, invece, non abbandona i toni british. C'è anche chi sceglie il telefono e vuota il sacco con il centralino, fosse anche una segreteria automatica. «Scusate se vi disturbo - chiede un cittadino alle centraliniste dell'Ama - Dovrei liberarmi di alcuni rifiuti ingroppanti. Come devo fare?». Ingroppanti? Più probabilmente «ingombranti»: frigorifero, lavatrice, mobili. Chissà che l'Ama non l'abbia mandato al galoppatoio di Villa Borghese. «Mi scuso se scrivo a voi - comincia la lettera di un altro romano - ma non trovo un contatto per inviare le segnalazioni di chi butta male la mondezza sporcando e impuzzolendo tutto e tutti. Vicino a dove lavoro, a Testaccio, c'è un ristorante (nella lettera è scritto anche il nome, ndr) che butta tutto di tutto (compresi gli oli di risulta) nei cassonetti senza fare alcun riciclaggio del vetro, della plastica e del cartone. Come caz... se fa a fallo smette? Porgo cordiali saluti. Buona giornata». Nei «pensieri» dei romani non può mancare l'Atac, ovvero gli autobus. Un cittadino si lamenta di aver atteso troppo il 409 al capolinea della stazione Tiburtina e racconta di aver discusso con l'autista, che non deve aver gradito il rimprovero: «Mentre mi allontanavo - scrive il cittadino - il vostro dipendente ha commentato "ma chi ti si inchiappetta". Naturalmente ho chiesto spiegazioni su cosa significasse questa affermazione e per quale motivo era stata proferita. Invece di ricevere spiegazioni mi sono state indirizzate frasi del tipo "Vedi di andartene", "Che cosa vuoi?", "Ti faccio vedere io" avanzando a testa bassa quasi a cercare lo scontro fisico". Allora è intervenuto un secondo autista: «Al quale è doveroso esprimere da parte mia un ringraziamento sentito, unico intervenuto perché la situazione non degenerasse». La lettera si conclude con la richiesta di risarcimento del secondo biglietto «resosi necessario per effettuare un percorso che normalmente ne richiede uno». L'Atac ha risposto al passeggero, comunicandogli di aver sanzionato l'autista. Anche un altro cittadino si lamenta: «Buongiorno mi scusi, tempo fa mi trovavo alla fermata del 44 all'ora di pranzo a via Fonteiana. Ho visto passare nella stessa direzione ben 5 autobus n. 44, dopo 1 ora e mezza è passato il primo nella direzione opposta. Appena salito, in maniera educata, ho chiesto all'autista il motivo di un simile ritardo e lui mi ha risposto dicendo che c'era stato un "macello all'andata". Io tra me e me mi son chiesto: "ma che sta a di' questo? Me dici che c'era un macello all'andata ma sicuramente te sei fatto pure la pausa. Vorrei sapere se la pausa è un diritto inderogabile che va oltre il diritto alla mobilità. Spero ma sinceramente dubito che avrò risposta. Nel caso mi sbagliassi le chiedo scusa e le auguro una buona giornata. Un Abbonato Annuale». Torniamo ai rifiuti. Un cittadino informa l'Ama delle «condizioni proibitive igienico sanitarie dei cassonetti siti in via Giolitti davanti civico 101»: «C'è un mal'odore derivante dalle innumerevoli urinate e defecate umane e non di cani, che ogni giorno vengono lasciate da varie persone che bevono birra e alcolici dai vari siti vicini al luogo. Io e tutto il condominio che rappresento vi chiediamo che i raccoglitori vengano spostati di ben 20 metri in direzione del civico 91 o del civico 109». Niente da fare, allora lo zelante amministratore riprende carta e penna e comunica all'Ama la sua decisione: visto che «non ho avuto alcuna risposta né tanto meno è stato risolto il problema ne dovrò informare gli organi di stampa e della televisione perché con le solite vie amministrative non si risolve mai nulla». Un altro protesta per la risposta ricevuta da un dipendente Ama. «Mi ha detto: non si lamenti, questa zona fa schifo da 30 anni. Lei almeno c'ha la casa del Comune, vada a Tor Bella Monaca, lì si può lamentare. Questo è lo spirito con cui lavorano i vostri operatori ecologici? Vi invio foto della persona e numero di targa dell'automezzo raccoglitore». Seguono 29 fotografie. Sì, 29. Le richieste all'Ama sono tante: «Scusate me dovete levà i secchioni perché puzzano e io ciò na sorella che è un andicappe». Oppure: «Buongiorno, volevo sapere se la penisola felice (l'isola ecologica, ndr) è aperta». A proposito: «Scusate, ma per il servizio rifiuti abbondanti?». Non mancano gli utenti-sentinella: «Volevo segnalare che la piazza è molto sporca. Mandate subito l'operatore con lo scopone». Oppure: «Segnalo cumuli abbandonati sul marciapiede. Mandate il furgone volante». Ancora: «Segnalo che il marciapiede della mia via è ammalorato». Un altro: «Volevo segnalarvi i cassonetti ripieni della strada dove abito». Oppure: «Correte che ci sono i platani incarcagniti sulla strada». O più semplicemente: «Buongiorno, volevo dire che nella mia via è da tanto tempo che non passa la scopatrice». C'è chi vuole fare «una reclame per i cassonetti scuri con la pettorina nera» e chi, invece, chiede dove si trovino «i cassettoni per i rifiuti indiscriminati». E anche quando le cose si possono risolvere rapidamente c'è il rischio di non comprendersi. La centralinista dell'Ama dice all'utente: «D'accordo, ci penso io. Mi dia il suo telefono». «Non posso, mi serve per telefonare» risponde lui. O anche: «Mi scusi mi è arrivato un rimborso da ritirare nella Banca popolare di Sondrio. Ma io non posso arrivare a Sondrio. Sono anziana».